Question Time di Degasperi sulla Whirlpool. A chi giovano davvero i corsi di riqualificazione?

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Nel 2013, quando fu chiaro a tutti che la Whirlpool avrebbe abbandonato il montagnoso Trentino per altri lidi ad essa più favorevoli, la Provincia si affrettò far sapere che la multinazionale avrebbe lasciato una sorta di «buonuscita» di 3 milioni di euro per re-industrializzare il sito di Spini di Gardolo e per riqualificare i lavoratori lasciati a piedi.
Più precisamente, a quest’ultimo fine si prometteva di dedicare un terzo del totale delle risorse ottenute cui si aggiunsero 1,8 milioni di fondi europei.
Ad anni di distanza vien da chiedersi quali effetti concreti abbia sortito questo massiccio impegno di risorse.
L’impressione che si trae infatti è che ad oggi i corsi frequentati dai lavoratori ed i «titoli» conseguiti non stiano servendo a generare nuova occupazione o a dotare i frequentanti di nuove competenze spendibili sul mercato, quanto piuttosto a fare la felicità della sterminata massa di enti di formazione privati robustamente insediati in Trentino.
A ben guardare sembra proprio che i «corsi di riqualificazione» si basino più su ciò che si ha già in casa che su quanto serva per trovare lavoro nell’attuale congiuntura.
Per provare a fare un minimo di chiarezza ho quindi presentato una interrogazione a risposta immediata con la quale chiedo esattamente conto di tutte queste cose.
Concludo ricordando che giusto prima di arrivare al potere grazie alla benevolenza dell’allora Presidente della Repubblica anche l’attuale inquilino di Palazzo Chigi parlava del sistema della formazione professionale come di un «buco nero» più utile ai formatori che ai lavoratori. Il soggetto in questione ha rapidamente accantonato la severa valutazione; resta il fatto che il problema era ed è reale, e va affrontato visto il fiume di denaro pubblico che in esso si riversa.

Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle