Con evidente scopo elettorale, nel febbraio 2025, l’Osservatorio per l’Ambiente e la sicurezza sul Lavoro (organismo creato da RFI, Comune e Provincia, per tranquillizzare circa i lavori di realizzazione della circonvallazione ferroviaria AC/AV di Trento), ha incontrato il Consiglio Comunale. I problemi, hanno dichiarato, erano stati risolti ed i lavori avrebbero recuperato il pesante ritardo (circa due anni). Nei prossimi mesi sia a nord che a sud le quattro frese per lo scavo della galleria sarebbero state posizionate e sarebbe iniziato lo scavo della galleria sotto il monte Marzola.
… Le bugie hanno le gambe corte.
Ad aprile 2025, a pochi giorni dalle elezioni amministrative, in occasione della Assemblea di bilancio del Consorzio Tridentum (la associazione di imprese capitanata da Webuild che si è aggiudicata i lavori di realizzazione della circonvallazione) viene annunciato che i lavori a nord sono fermi e che a Mattarello sono in pesante ritardo. A sud, a spostare di almeno un anno l’avvio degli scavi (si parla di maggio giugno 2026) sarebbero i “trovanti”: grandi massi di roccia provenienti dalla Vigolana che rendono impossibile lo scavo con mezzi normali. A nord, invece, sono tutt’altro che risolti i problemi di inquinamento dello scalo Filzi e ad esso si aggiungono i problemi che sorgeranno realizzando la trincea per il transito della linea ferroviaria, ovvero il concreto rischio di innalzamento della falda acquifera, che oltre a creare una diga che attraversa l’intera valle dell’ Adige (da Pietrastretta a Roncafort) farà alzare la falda ed allargare verso nord (Roncafort e Gardolo) e verso est (Solteri e Melta) l’inquinamento del SIN. Il tutto in un’ area sottoposta a due sequestri giudiziari e dove la stessa progettazione dell’ opera risulta in grande difficoltà (la validazione da parte di RFI del progetto della parte B dell’ ingresso nord è in ritardo di 8/10 mesi).
Dalla lettura del Bilancio del Consorzio emerge inoltre che è iniziato un pesante scontro fra RFI ed il Consorzio incaricato dei lavori. Uno scontro su cui sarà chiamato ad esprimersi nei prossimi giorni (presumibilmente entro luglio 2025) il Tribunale Amministrativo Regionale e che riguarda i costi dell’ opera. Il Consorzio, dopo aver fatto da banca a RFI (i lavori realizzati fino ad ora sono stati finanziati traverso una fideiussione avuta da Cassa Depositi e Prestiti mentre RFI non ha ancora tirato fuori un euro!), alla luce delle pesanti riserve progettuali emerse (noi lo avevamo detto ancora nel 2022!) vuole una nuova rideterminazione del prezzo dell’ opera che passerebbe dagli attuali 1, 270 miliardi di euro (il costo andato a gara era di circa 900 milioni!) a 1,750 miliardi.
Insomma, ci troviamo di fronte ad un’opera che se va bene inizierà quando doveva essere finita (il giugno 2026 è stato indicato come il termine massimo per la consegna delle opere finanziate dal PNRR), e che ancora prima che sia scavato un metro di galleria sotto la Marzola costa il doppio della cifra messa a gara!
…ancora bugie.
Il 21 maggio 2025 dopo l’ennesima riunione dell’ Osservatorio, il Presidente Robol ed il Presidente del Comitato Scientifico, Negriolli, negando perfino le analisi dei loro padroni (quelle presentata da Rfi in occasione della modifica del Piano di Utilizzo delle Terre nel gennaio 2024) dichiarano in conferenza stampa che “non c’è evidenza scientifica dell’ inquinamento presso lo scalo Filzi”.
Non passano neppure 8 giorni (28.05.2025) ed è lo stesso Osservatorio che, dopo che lo abbiamo richiesto ad APPA, è costretto a pubblicare (con un pesantissimo ritardo!) l’aggiornamento di marzo ai monitoraggi ante operam di gennaio, dal quale risulta che i piezometri piazzati presso lo scalo Filzi segnalano la presenza di idrocarburi totali e di idrocarburi policiclici aromatici (provenienti dal SIN di Trento Nord) superiori alle quantità consentite dal Codice dell’ Ambiente mentre prosegue il rinvenimento di piombo dietile e trietile nell’area Sequenza! E questo nonostante ci sia stato un inverno poco piovoso dove la falda si è abbassata. Non solo. E’ lo stesso Osservatorio che, smentendo se stesso circa la risoluzione del problema dell’ effetto diga, è costretto a scrivere nel suo report: “ Si rimane in attesa di avviare le lavorazioni profonde interferenti con la falda per le quali sono in corso (senti, senti…ndr) ulteriori approfondimenti del modello idraulico, in particolare sul coefficiente di sicurezza della trasparenza idraulica”.
Stanno inquinando il territorio.
Anziché dare vita alla bonifica dei terreni inquinati di Trento Nord (che la assenza di politiche pubbliche ha consentito si allargassero oltre i confini del SIN) i materiali inquinati derivanti dallo scasso per posizionare le frese allo scalo Filzi sono stati parzialmente trasportati a Ponte di Ronco (Canal San Bovo) nel greto del torrente Vanoi, a Cirè di Pergine e probabilmente anche a Vezzano ed a Lavis. In questo modo l’inquinamento del SIN viene distribuito sul territorio con pesanti conseguenze ambientali e per le popolazioni.
Nei mesi scorsi inoltre sono state presentate ai Comuni ed al distretto minerario le richieste di autorizzazione al conferimento presso la cava di Camparta (Meano) e presso quella di Val Camino (Civezzano) delle terre e rocce di scavo provenienti dallo scalo Filzi e dalle realizzande gallerie sotto la Marzola. Un’operazione che allargherà ancora di più l’inquinamento.
Fermare i lavori subito.
Alla luce di queste considerazioni, che segnalano la assoluta volontà dei proponenti dell’ opera di andare avanti, anche in presenza di evidenti e pesantissime criticità, il rischio è che si tenti, con un colpo di mano istituzionale, di cancellare i problemi e si cerchi di imporre la realizzazione dell’ opera anche senza alcun consenso da parte della popolazione.
Non è accettabile che i lavori proseguano senza sapere se a Trento nord sono realizzabili. Non è accettabile che oltre ai costi ambientali si scarichino sulla città anche le conseguenze economiche di un’ opera costosissima ed inutile. Non è accettabile che RFI faccia a Trento il bello ed il cattivo tempo, mantenendo in vita un cantiere che ha già prodotto pesantissimi danni ambientali e paesaggistici.
Fermare i lavori subito diviene l’unico modo per evitare alla città sia un disastro ambientale che di trasformarsi in un cantiere eterno.
Breve report della riunione no tav del 19 giugno in via Verruca alle ore 20:30 alla presenza di una quarantina di attivisti.
Introduce la riunione Roberto Chiomento che presenta l’odg cioè la disamina della situazione attuale e le attività di contrasto programmate.
Quindi prende la parola Elio Bonfanti.
Ricorda che si è tenuta recentemente una conferenza stampa per programmare le varie iniziative di contrasto all’opera, e, casualmente, nello stesso giorno, con l’evidente intenzione di oscurare questa notizia, compariva un grande articolo di giornale dell’Osservatorio in cui si pubblicizza che da settembre sarà possibile visitare i cantieri di Trento Nord e di Trento Sud.
Si scopre che l’Osservatorio ha istituito una regola:tutte le azioni che si oppongono all’ opera devono passare al vaglio dell’ Osservatorio che deciderà se oscurarle o far passare le notizie.
I politici non ne parlano più: tutto è stato delegato all’Osservatorio e a due / tre dirigenti che devono rispondere alle critiche che sono state fatte all’opera.
A febbraio avevano pubblicizzato che tutto era a posto e i lavori sarebbero iniziati a breve, invece a Sud hanno trovato dei massi erratici che hanno impedito la prosecuzione dei lavori, mentre a Nord il prevedibile effetto diga ha fatto fermare i lavori, infatti la falda acquifera si alza quando piove e si abbassa durante periodo di siccità. Praticamente siamo fuori dei tempi concordati in quanto si inizierà a scavare nei giorni in cui avrebbero dovuto finire i lavori.
Noi diciamo che il terreno dello Scalo Filzi deve rimanere dov’è, altrimenti portiamo in giro per la provincia tutto l’inquinamento.
Inoltre i soldi per i lavori non ci sono infatti il costo degli stessi è salito da 1.270 milioni di euro a 1.750 milioni di euro. A Trento nord è partita la costosa costruzione del villaggio destinato ad alloggiare gli operai.
Claudio Sempedelli riferisce della possibilità di agire insieme ad altri attivisti di Baviera e Tirolo perchè è importante fare un’azione comune di contrasto all’opera cercando soluzioni diverse meno impattanti.
C’è l’idea di uscire con un manifesto comune, perciò chi potrà andrà a Innsbruck il 28 agosto per incontrarsi con i Bavaresi e discutere con loro; i due gruppi stanno collaborando per trovare delle soluzioni alternative.
I Bavaresi chiedono la costruzione della nuova ferrovia come soluzione al traffico sull’autostrada.
Le manifestazioni loro le fanno sulla strada: se vengono dai “sì tav” ti lasciano fare la manifestazione, se vengono dai “no tav” non le puoi fare.
Dobbiamo presentarci in pubblico insieme e trovare soluzioni comuni ai problemi climatici, della salute ecc. perchè il progetto del bypass presentato fa acqua da tutte le parti e continuano a lievitare i costi.
Stiamo anche cercando di coinvolgere qualche associazione ambientalista.
Interviene Claudio Geat spiegando il progetto S.E.N.T.I.E.R.I (acronimo che sta per Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento, secondo l’ISS – Istituto Superiore di Sanità. Questo studio, condotto dall’Istituto Superiore di Sanità, analizza l’impatto dell’inquinamento su territori e insediamenti specifici). Dovrebbe analizzare le patologie di cui sono affetti gli abitanti delle zone più esposte all’inquinamento di Trento Nord, ma su questo studio Geat esprime delle perplessità.
Roberto Chiomento fornisce i dati riguardanti la povertà in Trentino che sono allarmanti in quanto riguardano attualmente 37.000 persone, ma sono 70.000 le persone a rischio povertà. Il 5,7% della popolazione non si cura e non fa prevenzione per motivi economici. Vuol dire che 40 mila Trentini non riescono a curarsi.
I report della Charitas dicono che non aumentano i poveri, ma aumentano gli accessi dei poveri “storici” agli aiuti.
Tenere il cantiere del bypass aperto è già un business per le lobbies, che guadagnano un sacco di soldi.
Si tratta di un disegno criminale: è un crimine contro l’umanità spendere i soldi dei cittadini per un’opera inutile anziché per migliorare i servizi.
In queste condizioni manca la capacità di immaginare un futuro migliore. C’è anche da dire che con tutto ciò che succede in Palestina e in Iran sembra una piccola cosa parlare del bypass, infatti stiamo lavorando ad una grande manifestazione per la pace.
Intanto hanno cancellato tutte le scritte “no tav” sulle recinzioni dello Scalo Filzi.
Purtroppo tutte le nostre previsioni fatte ancora 13 anni fa erano giuste: tutto si sta realizzando, tutto era prevedibile.
Le istituzioni, anziché pensare alla salute e al benessere dei cittadini, hanno inventato dei progetti mega galattici senza alcuna utilità.
Se finora non ci hanno minimamente ascoltati,forse è il caso che lo facciano ora.
INIZIATIVE PROGRAMMATE ( si trovano nella pagina fb del Comitato No Tav di Trento)
24 giugno:manifestazione a Cristo Re;
27 giugno: passeggiata da piazza Perini di Mattarello partendo alle ore 18:00 fino a l’area No Tav di Acquaviva Resistente, dove alle 20:30 avrà inizio la cena comunitaria.
Pure sotto il TAR di Trento di via Calepina ci sarà un sit in data da destinarsi.
La Verbalista : Renata Righi
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