Rete riabilitativa provinciale: ennesima presa in giro


Per far dimenticare il pessimo giudizio del Difensore Civico sui rapporti tra cittadini e vertici dell’APSS, il trio BORDON -ROSSI -ZENI ha presentato in pompa magna la rete riabilitativa provinciale. Vi è una strisciante privatizzazione con l’erogazione di oltre un milione e cinquecentomila euro a favore delle strutture private con la ridicola condizione di recuperare la mobilità passiva riabilitativa extra-provinciale. Tutti sanno che il paziente operato per protesi e patologia ortopedica negli ospedali veneti, poi esegue la riabilitazione nelle case di cura convenzionate trentine con relativo rientro in ambulanza.

Si evince che non c’è alcun bisogno di recuperare un’attività di riabilitazione e cura già attualmente in essere e programmata regolarmente come recupero funzionale nelle strutture provinciali private convenzionate. È solo fumo negli occhi per nascondere la privatizzazione della sanità trentina.

Per il resto, era ora che l’ospedale “Villa Rosa ” diventasse struttura di riferimento per riabilitazione intensiva ad alta specializzazione. Lo si proclama da anni e non è certo una novità. Per questo è necessario conoscerne il costo e i tempi di realizzazione e funzionamento.

L’altra novità enfatizzata sui giornali dall’Assessore Zeni e dal Direttore APSS Bordon consisterebbe in un progetto sperimentale con una casa di riposo di Trento per il ricovero di pazienti dimessi dall’ospedale ma che hanno ancora bisogna di assistenza.

Si sono dimenticati che in Trentino esistono già strutture intermedie territoriali come previsto dalla legge provinciale 12 luglio 1991, n. 14. Le offerte della Provincia sono esplicitate anche sul sito Trentinosociale.it – i servizi sociali in Trentino:

Servizi di accoglienza temporanea, di sollievo o tregua

I destinatari dell’intervento possono essere adulti e/o anziani parzialmente autosufficienti o con lievi disabilità al fine di sollevare le famiglie dell’attività di cura ed assistenza richieste dagli interessati. Possono essere accolte anche persone che usufruiscono di interventi di assistenza domiciliare o di servizi semiresidenziali. I servizi di sollievo per persone non autosufficienti sono assicurati presso le Residenze Sanitarie Assistite.

Sarebbe stato sufficiente supportare con personale ed investimenti le strutture esistenti risparmiando ai trentini l’ennesima passerella mediatica.

Filippo Degasperi

Cons. prov. M5s