SuperEcobonus110%. Record di investimenti in Trentino: 1,8 miliardi ammessi a detrazione al 23 dicembre 2023

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di Renata Righi, Francesca Osti e Teresa Belli

Ci permettiamo di dissentire categoricamente da quanto scritto su l’Adige del 2 marzo nella Rubrica” Attualità” con il titolo “L’Italia cresce più del previsto. Ma il deficit vola con il superbonus.”

Il Governo attuale sputa con sdegno nel piatto del SuperEcoBonus110%. Eppure l’intero sistema Paese ne ha beneficiato enormemente. La stessa misura ha infatti permesso la ripartenza tempestiva dell’economia italiana dopo la recessione causata dalla pandemia globale nonché di dare impulso alla crescita con valori decisamente più sostenuti rispetto agli altri Stati membri dell’Unione Europea. Senza considerare il perseguimento effettivo degli obiettivi della transizione ecologica.

Ma quanto è costato davvero il Superbonus alle casse pubbliche? La domanda se l’é fatta la Fondazione Nazionale Commercialisti arrivando alla conclusione che “…per ogni euro speso dallo Stato, ne ritornano sotto forma di maggiori imposte 43,3 centesimi.

Riccardo Fraccaro, padre del Superbonus e capofila M5s in quella che non esita a definire “battaglia”, dipinge un quadro con luci ed ombre, in cui però la luce del successo del 110% prevale perché risulta essere un investimento buono che si ammortizzerà in poco tempo.

Molti sono coloro che hanno gridato allo scandalo perché tanti beneficiari, economicamente forti, avrebbero dovuto, secondo costoro, pagarsi di tasca propria i lavori. Ma non si considera che la legge aveva lo scopo di rilanciare l’economia del Paese asfissiata dalla pandemia. E come? Intervenendo come detto su un settore trainante e moltiplicatore quale quello edilizio e promuovendo nel contempo il recupero immobiliare complessivo che è tra i più vetusti d’Europa, soprattutto in tema di consumo energetico.

I numeri degli interventi promossi e realizzati sul territorio trentino al 31 dicembre 2023 sono impressionanti. In provincia di Trento alla fine del 2023 erano in corso interventi edilizi incentivati su 7.894 edifici, per circa 1,8 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione.

Nel dettaglio, in Trentino sono 3.574 i lavori condominiali avviati per un totale ammesso a detrazione di 1.334 milioni di euro (88,3 % già ultimati), che rappresentano il 74% del totale degli investimenti, mentre i lavori negli edifici unifamiliari sono 3.067 per un totale di 349 milioni di euro ammessi a detrazione (97,6% già realizzati) che rappresentano il 19,4% del totale investimenti, e quelli nelle unità immobiliari funzionalmente indipendenti sono 1.253 per un totale di 116,6 milioni di euro ammessi a detrazione (98,4% già realizzati) che rappresentano il 6,5% degli investimenti.

Questa grossa mole di investimenti ha ridato vitalità all’edilizia, un settore in difficoltà fin dalla crisi globale del 2008: ha creato lavoro, occupato imprese con relativi operai, mantenuto migliaia di famiglie, consentito risparmi energetici, prodotto ricchezza e dunque entrate fiscali. Ovviamente non parliamo dei truffatori che hanno speculato a man bassa. Quelli ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Un’idea non si giudica per come può essere maldestramente realizzata da delinquenti, ma per il suo valore aggiunto a beneficio dell’intero tessuto socio economico. Bisogna ricordare inoltre che le disposizioni europee renderanno obbligatoria a partire dal gennaio 2030 la classe energetica “E” per le compravendite e l’ affitto degli immobili e la classe “D” entro il 2033.

Quindi non si è registrato solo un effetto moltiplicatore del reddito ma anche un avanzamento tecnologico ed organizzativo del comparto nonché un incremento della qualità della progettazione e degli interventi sugli involucri e nell’installazione di impianti. Pensiamo solo alla filiera dei sistemi di riscaldamento a condensazione, alle pompe di calore (tecnologia peraltro prodotta anche in stabilimenti industriali localizzati in Trentino), impianti a biomassa, collettori solari, pannelli fotovoltaici, colonnine di ricarica e sistemi di accumulo.

Per avere contezza della portata innovativa della misura bisogna poi analizzare gli indici ed i valori relativi all’efficienza energetica conseguiti in Provincia di Trento. In termini energetici le proiezioni calcolate in base all’installazione di fonti di energia rinnovabile e al contenimento degli sprechi ci dicono che si verificherà un risparmio energetico annuo pari a 306 GWh. Un quantità enorme di energia che, in linea teorica, sarebbe sufficiente per far funzionare l’intera azienda sanitaria trentina per un anno e mezzo.

Supponendo allora, in via ipotetica, che ogni condominio in Trentino dei complessivi 3500 circa riqualificati, sia costituito da almeno 6 unità abitative (valutazione volutamente sottostimata) saremmo in presenza di oltre 20mila appartamenti coinvolti. Chi mai avrebbe portato avanti investimenti di tale portata? Sicuramente nessuna politica di governo provinciale di edilizia agevolata avrebbe promosso e realizzato un tale intervento. Un traguardo non da poco; una soddisfazione immensa per il miglioramento della qualità della vita di migliaia di persone.

Sulla base di questa semplice constatazione,il SuperEcobonus110% è stato una una manovra finanziaria che ha dato ossigeno al settore e ha contribuito a un rilancio del PIL. Anche in Trentino una moltitudine di condomini è stata oggetto di una riqualificazione energetica straordinaria che altrimenti sarebbe stata impossibile a causa dello scarso potere d’acquisto delle famiglie che mediamente ci abitano. Alla faccia di chi si lamenta che è stata una misura pensata per agevolare i ricchi.

La notizia da dare ai lettori è un’altra: come scrive La Notizia, l’attività economica in Italia rallenta a gennaio a causa del crollo delle costruzioni, in quanto pesa la fine del Superbonus e degli incentivi edilizi. E i dati sono del centro studi di Confindustria. Quindi non è l’eredità del Superbonus a pesare sui conti pubblici italiani, bensì la stagnazione che affliggerà l’economia anche per la sua abolizione.

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Segue immagine dell’articolo pubblicato su L’Adige il 2 marzo 2024: