Comunicato Stampa inviato ai principali quotidiani locali ed ignorato da:

«Contro povertà ed esclusione sociale la risposta c’è e si chiama Reddito di cittadinanza locale.
Gli ultimi dati sulla povertà e il disagio sociale dei Trentini sono allarmanti: il 13,6% della popolazione è in serie difficoltà economiche e a rischio povertà, soprattutto a causa della disoccupazione. L’aspetto più preoccupante è che mentre le altre regioni e l’Alto Adige sono corsi ai ripari riuscendo in parte a rallentare il trend, il Trentino peggiora e intanto alla Caritas bussano sempre nuovi poveri. La crisi non risparmia le imprese, che chiudono e lasciano a casa i lavoratori. Un circolo vizioso e un problema complesso, per cui le misure introdotte dalla Provincia in questi anni (reddito di garanzia che finisce all’estero e contributi a pioggia a imprese che poi hanno delocalizzato) sono state dei flop colossali. La risposta al problema deve essere strutturale e in Trentino c’è già: si chiama Reddito di cittadinanza locale, una proposta di legge che aspetta solo di essere discussa in Consiglio provinciale.
Non solo un aiuto concreto per i cittadini che non arrivano a fine mese, ma una manovra economica in grado di rilanciare le aziende locali. A beneficiarne sarebbero cittadini e famiglie residenti in Trentino da almeno 5 anni, che non avrebbero solo un contributo in denaro, ma dei crediti da caricare sulla tessera sanitaria e da utilizzare per pagare l’affitto, fare la spesa, eccetera. Le imprese, a loro volta, potranno utilizzare questi crediti negli scambi commerciali e, se hanno sede legale in provincia, per compensare tasse e imposte fiscali. Così il denaro resterà sul territorio. Non è una forma assistenzialistica, prevede misure puntuali e stringenti di inserimento nel mondo lavorativo: dopo due rifiuti di proposte di lavoro si perde il diritto al Reddito di cittadinanza.
A beneficiarne sarebbero 16mila e 400 famiglie trentine con redditi bassi. Si va da un minimo di 625 euro al mese per chi vive da solo, a un massimo di 1.300 euro al mese per una famiglia con bambini. Il reddito di garanzia al momento viene incontro solo a 2.317 famiglie e ne esclude 7.500, viene erogato per massimo 8 mesi e prevede periodi in cui non si può ripresentare domanda. La proposta del M5S invece estende l’aiuto economico e produce vantaggi tangibili sull’economia reale provinciale: rimanendo sul territorio, il denaro impiegato per il reddito di cittadinanza locale, in totale 87 milioni di euro, produrrebbe un aumento del Pil dello 0,47%. La prima vera lotta concreta alla povertà e alla disoccupazione mai proposta in Trentino, che ci auguriamo di discutere a breve in Consiglio provinciale».
Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle
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