Il sodalizio PATT-PD-Dellai grava su ITEA dal 2005

La soluzione del PATT e del PD di una legge “ad ITEAm” portata avanti da Panizza e Tonini a Roma per coprire Dellai, le speculazioni immobiliari, i disastri finanziari e quelli sociali lasciati in eredità ai trentini rappresenta la summa dell’opportunismo politico trentino.
Il motivo è spiegato da quella che fu la votazione dell’ennesima riforma “modello” dell’edilizia pubblica trentina nel 2005. Il panorama politico era “per coincidenza” identico all’attuale e cambiavano solo il numero di poltrone e alcune etichette dei partiti che, tranne il PATT,  si chiamavano DS e Margherita invece dell’attuale PD.

Il disegno di legge nr. 93 dell’assessore Dalmaso per la trasformazione dell’ITEA in S.p.a fu votato a maggioranza da Margherita, DS e PATT e così l’ITEA divenne privata, non privatizzata, ex legge provinciale n. 15/2005.
A Dicembre 2013 sembrava che il PATT si fosse convertito sulla via di Damasco ma si trattava solo di un’esternazione momentanea dato che Rossi in un secondo momento veniva “richiamato” da Panizza che gli ricordava chi fossero gli alleati di ieri e di oggi. Bisogna assolutamente evitare di ricordare ai trentini che la trasformazione dell’ITEA in S.p.a. è stata un’operazione approvata da loro insieme ai DS e alla Margherita di Dellai e di questo non se ne deve nemmeno parlare.
Ecco che il PD, eterno partito del rinnovamento solo teorico, corre in aiuto dei vecchi alleati e così Tonini sale “in tandem” con Panizza per le vie del Parlamento. Bisogna scongiurare che si generi un nuovo scandalo come quello dei vitalizi ed allora si cerca di insabbiare la verità sull’ennesima riforma “modello” ma stavolta a Roma, lontani dall’attenzione dei trentini e con leggi “ad personam” correndo qualsiasi rischio di legittimità pur di correre ai ripari.
L’assessore Daldoss preferisce osservare un silenzio politico nonostante sia l’unico assessore tecnico che dovrebbe ripetere al Presidente Rossi quello che diceva ai consiglieri e ai giornali circa i motivi oggettivi per i quali ITEA deve tornare pubblica evidenziando tutte le perdite accumulate fino ad oggi che pesano sul bilancio provinciale ed incrementano l’indebitamento della nostra Provincia.
Del Centro Servizi Condivisi, dove ritroviamo i cognomi Ruffini e Cerea, non si sa nulla e sembra intoccabile dato che Daldoss non lo aveva nemmeno citato proponendo un’altra soluzione in-house cioè un altro carrozzone per risolvere il problema dei dipendenti ITEA assunti con contratto di tipo privato. Anche in questo caso il sodalizio PATT-PD-Dellai deve imporsi sull’assessore tecnico per evitare di toccare poltrone spartite da tempo e questioni scomode.
Come già visto nella vicenda dei vitalizi, i partiti del sodalizio, PATT-DS-Margherita ieri e PATT-PD-Dellai oggi, che votarono favorevolmente la riforma Dalmaso, diranno che avevano capito diversamente, che non pensavano ci sarebbero stati tali conseguenze negative, che la riforma doveva essere un “modello” di edilizia pubblica della nostra Autonomia.
Un “successo” disastroso come quello della riforma dei vitalizi nel 2012. Una cosa è certa: i vari consiglieri ed ex consiglieri si sono riconosciuti un lauto anticipo previdenziale premiandosi per i pessimi risultati. Per questo motivo i cittadini trentini e soprattutto gli inquilini ITEA dovranno pagare due volte: sia per mantenersi l’appartamento “sociale” sia per ripianare i danni erariali cagionati dalla riforma Dalmaso nel segno del sodalizio partitico che dal 2005 resiste ancora oggi.
Il M5S lotterà in Consiglio Provinciale e in Parlamento contro i loro inciuci affinchè la verità venga galla e l’ITEA torni a essere pubblica, non un’immobiliare privata finanziata col denaro dei contribuenti in mano alle lotte di potere dei partiti.