Nomine provinciali per pochi selezionati amici

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Nel merito della bocciatura della sua proposta che mirava a stabilire la nomina dei revisori dei conti di società ed enti del sistema provincia tramite sorteggio, il consigliere Filippo Degasperi del M5S ha così commentato: “La proposta era mirata a sottrarre al sistema il monopolio delle nomine. Tutto il gioco si basa sulla capacità da parte degli apparati di scegliere persone secondo il criterio dell’appartenenza e dell’obbedienza, piuttosto che su quello del merito.

Se si va a vedere si scopre che in Trentino abbiamo professionisti che arrivano a cumulare anche fino ad un’ottantina di incarichi, e non si capisce come riescano a dedicare il giusto impegno a ciascuno di essi. Sembrerebbe umanamente impossibile, a meno che il requisito richiesto non sia l’impegno, ma lo sia piuttosto la mera occupazione del posto finalizzata a raccogliere il compenso e ad occupare una casella nel grande gioco delle spartizioni politiche dei beni pubblici. Come Movimento 5 Stelle la nostra idea è che col sorteggio si riuscirebbe a far saltare questo meccanismo perverso, liberando gli incaricati dai vincoli verso chi li ha nominati. Al tempo stesso riteniamo urgente promuovere soluzioni che portino a limitare il numero di incarichi che ciascun professionista può ricoprire, visto che oggi l’affidabilità è ricompensata con un numero debordante di poltrone che, chissà come mai, finiscono sempre alle stesse persone”.

Quanto alla polemica in corso fra il consigliere del PD Luca Zeni ed il presidente della Provincia, Ugo Rossi, Degasperi aggiunge:”La proposta portata avanti da Zeni di aumentare il potere di controllo della prima commissione sulle nomine va nel senso da sempre auspicato dal M5S, e pertanto riceve il nostro sostegno, visto che noi votiamo in base al merito delle questioni e non al calcolo politico. Certo, se da un lato Zeni fa una buona proposta, dall’altro arriva il presidente Rossi che addirittura vuole avocare la decisione sulle nomine degli amministratori pubblici esclusivamente alla Giunta, in un’involuzione di un sistema che si sente minacciato e quindi si chiude a riccio su se stesso“.