Nuovo interim per il presidente Rossi

Come ampiamente previsto la farsa è finita nell’unica maniera in cui poteva finire ovvero con Flor riconfermato per 5 anni a direttore generale dell’azienda sanitaria trentina. Del resto nella terra della meritocrazia al contrario non serve interrogarsi sugli errori clamorosi che hanno costellato il primo mandato del direttore generale, cosette da niente come il bando per il Nuovo Ospedale di Trento miseramente franato davanti agli scontati ricorsi, la proposta del project financing presentata ai creduloni come la nuova frontiera e oggi snobbata dagli stessi promotori, il pesante fardello della mobilità sanitaria passiva (quasi 17 milioni di euro nel 2014), il triste fato degli ospedali di valle sacrificati sull’altare di un’opera immaginaria (mentre quelle esistenti come Villa Rosa cadono in rovina) della quale a metà legislatura non si conosce ancora la collocazione (nonostante siano state acquistate a peso d’oro anche le “aree di completamento”). Che dire poi dei primari da 1732 visite private all’anno mentre le liste di attesa si allungano inesorabilmente? Tutti segni tangibili della totale mancanza di qualsivoglia pensiero strategico in fatto di sanità pubblica evidenziato anche dal disinteresse per i costi altissimi: secondo i ricercatori dell’Ufficio Parlamentare di bilancio la sanità del Trentino insieme a quella gemella dell’Alto Adige ha assorbito nell’ultimo ventennio 9 miliardi di euro di sovraspesa rispetto allo standard. Se altrove anche solo alcuni di questi scivoloni sarebbero costati a chiunque la rimozione, nel Trentino felix dove tutto va bene anche quando tutto va male, colui che ne porta le maggiori responsabilità viene riconfermato per 5 anni a botte da oltre 200 mila euro all’anno. Sul tema della retribuzione le domande circa le ragioni che portano il nostro direttore generale ad essere tra i più pagati d’Italia giacciono da mesi senza risposta.
Anche sul piano politico questa vicenda offre spunti interessanti: Rossi ha ottenuto la riconferma del suo uomo alla sanità e per farlo non ha esitato a defenestrare (insieme a 10mila preferenze) D.B.R rea di aver cercato di svincolarsi dal suo controllo. Gli ospedali di valle sono capitati a puntino come comoda scusa (e del resto il loro smantellamento era cominciato proprio sotto Rossi), ma era risultato evidente fin da subito come il casus belli fosse stato proprio la volontà di liberarsi di Flor. Se da un lato questo illustra bene la smania di controllo e potere che anima il Presidente, dall’altro mostra di che pasta sia fatto il PD, i cui esponenti non hanno esitato un secondo a cacciare una loro compagna pur di mantenersi nelle buone grazie del capo, qualcuno anche sbracciando pur di ottenerne il posto.
Le poltrone del resto sono un collante formidabile, come spiegare altrimenti la situazione del cosiddetto “partito di maggioranza relativa” disponibile ad accettare che il Presidente Rossi all’interim dell’Istruzione aggiunga oggi (indennità esclusa) anche quello della Sanità?

Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle