Replica di Degasperi al direttore de l’Adige su «la Buona Scuola»

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Il direttore de L’Adige Giovanetti non cessa più di stupire.
Nella sua ultima intemerata domenicale il nostro abbina alla consueta «sudditanza integrale» verso il governo Renzi anche qualche bella topica sensazionalistica che pur con tutta la buona volontà risulta impossibile da ignorare, pena cedere all’idea che un direttore di giornale, esattamente come il suo idolo Presidente del Consiglio, possa sparare una serie di numeri a caso e imporre alla realtà la propria «narrazione», completamente di parte e fuorviante ma presentata come oggettiva, senza contraddittorio alcuno.

Cominciamo: nel suo editoriale in merito alla «Buona scuola» Giovanetti scrive che «Le opposizioni hanno già presentato oltre 3000 emendamenti, non per migliorare la legge ma per fare ostruzionismo e bloccare i lavori, a vendetta della mozione approvata dalla maggioranza sull’omofobia».
Accipicchia, che cattive queste opposizioni!

Solo che «le opposizioni» va tradotto con «I Consiglieri Degasperi e Borga», che sono gli unici ad aver finora presentato emendamenti, e che questi non siano affatto 3000, come scrive con enfasi il direttore de L’Adige, ma bensì 1400 per Borga e 400 per il sottoscritto. «Va beh – dirà qualcuno (tipo Giovanetti) – ma 1200 emendamenti in più che vuoi che siano? E poi scrivere 1800 non era lo stesso, dai! E comunque non cambia la sostanza, no»? Invece cambia eccome. Perché il secondo errore di Giovanetti per quel che mi riguarda sta nell’attribuirmi intenzioni non mie, prova ne sia il fatto che io la mozione sull’omofobia l’ho votata e non c’è quindi in me alcun intento di rivalsa verso una norma che condivido!

Gli emendamenti che ho presentato li ho presentati perché ritengo questa norma pessima, e ho messo in campo una serie di proposte migliorative, sfruttando le possibilità che ho a mia disposizione per cercare di farle approvare dai colleghi in Aula. Non suonerà bene come lo scrivere che le opposizioni presentano 3000 emendamenti con fine ritorsivo e quindi «immorale», ma è la verità. Non si può però pretendere troppo.

Informarsi sui fatti, oltreché sui numeri, prima di scrivere era infatti un compito troppo improbo per il nostro giornalista, figurarsi l’abbassarsi a chiedere ai diretti interessati invece di attribuirgli intenzioni non loro. Molto meglio fare di tutta l’erba un fascio e raccontare la storiella delle opposizioni cattive che si oppongono alla riforma buona (tanto che si chiama “La buona scuola” come si fa a non capire?).

Insomma, parafrasando al contrario l’Humphrey Bogart de «L’ultima Minaccia» che nel film interpreta un direttore di giornale in lotta per la verità contro le mire del malavitoso di origine italiana Tomas Rienzi, verrebbe da esclamare sconsolati «È la narrazione bellezza! La narrazione! E tu non puoi farci niente! Niente!».

Ma passiamo oltre ed entriamo per un attimo nel merito delle argomentazioni di Giovanetti a sostegno della riforma della scuola targata Renzi: il perno di tutto il discorso, richiamato anche nel titolo, è che secondo il direttore del L’Adige la scuola è buona se si possono scegliere i docenti.
Benissimo. Ma chi li deve scegliere? Ma il dirigente scolastico, naturalmente!

E si sa che la scuola italiana è piena di dirigenti scolastici integerrimi, scelti sulla base del merito e che mai e poi mai selezionerebbero gli insegnanti per amicizia personale, o per sudditanza nei loro confronti… e poi Giovanetti, che le cose le sa (si è visto anche sopra), rassicura che la selezione in ogni caso non avverrà «in maniera totalmente discrezionale da parte del dirigente scolastico, ma in base a criteri precisi e al piano formativo stabilito. Il tutto sottoposto a periodici controlli».
Naturalmente siamo al puro fideismo.

Nei fatti, per come funzionerà la scuola dopo la riforma Renzi, la discrezionalità nelle scelte da parte del dirigente ci sarà eccome e avendo presente come funzionano queste cose i controlli periodici serviranno al massimo a punire quei dirigenti scolastici troppo lassi nell’obbedire alla linea. Giovanetti infatti dimentica di menzionare chi sceglie il dirigente…
E la scelta la effettua la politica (per chi non lo sapesse da noi attualmente decide il Presidente della Provincia Ugo Rossi)!

Basta questo per capire che il castello di carte costruito da Giovanetti al grido di per sé sacrosanto di «meritocrazia!» è costruito sul nulla o vogliamo anche farci raccontare che il caravanserraglio della politica nostrana sia da sempre il supremo custode del merito?

La verità è che, in perfetto stile renziano, questa riforma annuncia una cosa e fa esattamente il suo contrario. Non ci sarà più meritocrazia ma se possibile ancor meno… e non ci sarà maggiore autonomia degli istituti ma un aumento dell’asservimento alla politica e ai suoi padroni occulti.

Se ci aggiungiamo che il secondo pilastro della riforma è far uscire i ragazzi il più presto possibile dalle aule per farli andare a lavorare si capisce bene come questa riforma non sia una minaccia tanto o solo per i professori ma per l’Istruzione gestita secondo regole democratiche (e quindi in grado di trasmetterle agli studenti) e per il diritto alla promozione sociale dei meritevoli, un ruolo che almeno in parte la scuola italiana è riuscita a ricoprire negli ultimi anni.

Sarei curioso di sapere se fra coloro che hanno scritto questa orrenda «riforma» e il Ddl collegato ce ne sia uno che abbia speso più di un giorno in una classe e tralasciando l’ambito nazionale e limitandoci al Trentino, chiediamoci dove sia la tanto decantata Autonomia nel copiare le riforme romane (oddio… a dire la verità già qualche anno fa il PD trentino tentò di copiare il lombardo Formigoni sulla chiamata diretta degli insegnati solo per venire fermato dal PD nazionale e dalla Corte Costituzionale per cui effettivamente si potrebbe arguire anche il contrario…).

Detto questo Giovanetti invoca anche proposte migliorative sulla riforma. Non sappiamo se siano di suo gusto, ma il M5S le ha presentate. Vedremo se il giornale che dirige vorrà darne conto ai lettori, o se come ha fatto anche domenica preferirà ignorarle e raccontare la solita storiella funzionale a chi comanda.

Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle