Chiusura punti nascita le non risposte Zeni


«L’assessore Zeni ha risposto alla nostra interrogazione (3850/XV) sulla chiusura dei punti nascita negli ospedali delle valli trentine (testo integrale a piè di pagina).

A quanto pare di capire per Zeni va tutto bene. Nella sua risposta infatti ci comunica che per il Ministero i dati della PAT sono corretti e per la PAT i dati del Ministero sono corretti. Ergo, i dati sono corretti a prescindere in base al principio di autorità, anche se con la nostra interrogazione abbiamo dimostrato che come minimo non sono precisi… A leggere Zeni in effetti ci sentiamo un po’ come Galileo. Speriamo non ci costringano all’abiura.

Per quanto riguarda l’informazione alle partorienti, sembra che all’assessore le cose vadano bene così come sono anche se si sta verificando la possibilità di ospitare l’eventuale accompagnatore in una qualche struttura. Nulla viene detto in merito al sostegno economico per raggiungere i punti nascita in occasione del parto e delle visite preparatorie e/o di controllo. Oltre al disagio di arrivare fino a Trento o Rovereto ci sarebbero anche tempi addizionali e costi di trasporto da sostenere, ma quelli sono problemi a carico del cittadino. Mica glie l’ha ordinato il medico di vivere in periferia, no?

Infine, per i costi dei parti fuori Provincia l’assessore opta per il fattore sorpresa. Li si potrà conoscere solo a fatture pervenute, quindi all’anno prossimo. Evidentemente fare una richiesta agli uffici competenti delle strutture interessate per avere le spese attuali dev’essere sembrato eccessivo. Che abbiano deciso di iniziare a risparmiare a partire dai francobolli?».

Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle

Comunicato Stampa inviato ai principali quotidiani locali ed ignorato da:
quotidiano corriere del trentino barrato quotidiano trentino barrato

quotidiano adige barrato

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INTERROGAZIONE N. 3850/XV A RISPOSTA SCRITTA
Sul parere relativo alla richiesta di deroga alla chiusura dei Punti nascita in Provincia di Trento con un numero di parti all’anno inferiore a 500

Premesso che

nella nota avente ad oggetto “Parere sulla richiesta di deroga alla chiusura dei Punti nascita con volumi di attività inferiori a 500 parti/anno da parte della PA di Trento” inviata dalla Direzione generale della programmazione sanitaria all’Assessore alla Salute e politiche sociali il 22 giugno 2016 (DGPROGS 0018830-P-22/06/2016), in riferimento al bacino delle Giudicarie si afferma che “la distanza tra i comuni del bacino di riferimento e il punto Nascita Hub (Trento) è comunque sempre inferiore al limite dei 60 minuti cui fa riferimento il DM 70/2015 per la definizione di “area orograficamente disagiata” e che la percorribilità delle strade, anche in condizioni invernali è da prevedere sostenibile, senza rallentamenti significativi per questioni meteo”;

dagli anni Settanta fino alla recente chiusura del reparto, le partorienti dei comuni della valle del Chiese (Storo (4700 ab. circa), Bondone (700 ab.), Borgo Chiese (2000 ab.), Castel Condino (250 ab.), Pieve di Bono-Prezzo (1.500 ab.) e Valdaone (1.200 ab.)) hanno fatto riferimento principalmente al punto nascite di Tione di Trento, in subordine a Riva del Garda (fino alla chiusura), Arco, Salò (fino alla chiusura), Rovereto, Gavardo e Trento;

Storo, il centro più popoloso della comunità della valle del Chiese, dista 27 km da Tione di Trento, 38 km da Arco, 49 km da Gavardo (Bs), 57 km da Rovereto, 63 km dall’ospedale civile di Brescia (via Coste – Sant’Eusebio) e 74 km dall’ospedale Santa Chiara di Trento;

da Storo, i tempi di percorrenza definiti da GoogleMaps sono di 29′ per Tione di Trento, 50′ per Arco, 1h1′ per Gavardo, 1h20′ per Rovereto (in condizioni di traffico ottimali), 1h24′ per l’ospedale civile di Brescia e 1h24′ per l’ospedale Santa Chiara di Trento;

a partire dal 2013, anno in cui le politiche sanitarie provinciali hanno iniziato a disincentivare la fruizione della struttura scoraggiando le puerpere a rivolgersi al punto nascita di Tione, i nati presso l’ospedale di Tione di Trento hanno iniziato a diminuire rispetto agli altri punti nascita come risulta dai dati prodotti dal Comune di Storo fino al 31 maggio 2016:

i dati contenuti nel parere del Comitato nazionale percorso nascita differiscono dai dati reali per quanto riguarda:

  • distanza km tra Storo e Trento: 69 km nel parere / 74 km (fonte GoogleMap)
  • tempi percorrenza: 73′ nel parere / almeno 1h24′ (fonte GoogleMap)
  • nati nel 2014 presso il comune di Storo: n.35 nel parere / n.45 (fonte Comune di Storo)
  • percorribilità delle strade: “sostenibile anche in condizioni invernali, senza rallentamenti significativi” nel parere / “potenzialmente difficoltosa in condizioni invernali e con rallentamenti significativi per questioni meteo o per traffico da turismo estivo e/o invernale” secondo l’esperienza dei residenti locali;

i nati dal 1° giugno 2016 al 7 dicembre 2016 dimostrano un aumento significativo dell’attitudine delle mamme residenti nel comune di Storo a rivolgersi ai presidi ospedalieri della provincia di Brescia:

diversamente da quanto prospettato dall’ Assessore alla Salute e politiche sociali e dal Percorso nazionale percorso nascita, le cui previsioni indicavano che le partorienti delle Giudicarie avrebbero potuto rivolversi agevolmente al punto nascita Hub di Trento, la realtà dei fatti dimostra come le partorienti del Comune di Storo scelgano con sempre maggiore frequenza i centri ospedalieri della provincia di Brescia.

Considerato che le statistiche ufficiali del comune di Storo evidenziano inequivocabilmente come il punto di riferimento principale per le partorienti residenti nel comune di Storo, e presumibilmente anche per quelle residenti nei comuni limitrofi, sia ora l’ospedale di Gavardo e in subordine l’ospedale civile di Brescia;

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per conoscere

  1. Quali sono state le modalità di acquisizione e verifica dei dati comunicati al Comitato percorso nascita nazionale per la formulazione del parere comunicato alla Provincia Autonoma di Trento il 22 giugno 2016;

  2. Se, per la formulazione del nuovo parere che l’assessore alla salute e politiche sociali intende chiedere al Comitato percorso nascita nazionale, ritenga di tenere in considerazione i dati delle amministrazioni comunali oppure prediligere le fonti utilizzate per la formulazione del precedente parere;

  3. se e quali iniziative sono state adottate per verificare se il servizio offerto dagli ospedali di Gavardo e di Brescia sia conforme alle linee di indirizzo per la sicurezza del percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo e soddisfi criteri e standard definiti in provincia di Trento al fine di scongiurare effetti gravemente pregiudizievoli alla salute della madre e del neonato nell’intero percorso nascita;

  4. Se, al fine di ridurre al minimo i potenziali disagi a partorienti e neonati, sia stata considerata la possibilità di attivare una specifica attività informativa e delle misure di sostegno economico e/o logistico a favore delle partorienti residenti nelle valli periferiche trentine per agevolare il raggiungimento delle strutture ospedaliere provinciali o extra-provinciali dotate di punto nascite;

  5. Quali sono i costi a carico dell’Azienda Sanitaria della Provincia di Trento per garantire l’accoglienza delle puerpere residenti nelle valli periferiche del Trentino che si rivolgono alle strutture sanitarie delle regioni limitrofe per un percorso di nascita ordinario e/o per lo svolgimento di un parto cesario con particolare riferimento ai parti presso le strutture sanitarie lombarde.

27/2/2017 – RISPOSTA DELL’ASSESSORE ALLA SANITA’

Con riferimento all’interrogazione 3850/XV in oggetto, comunico quanto segue.

Punti 1. e 2. – La richiesta di mantenimento in attività dei 4 punti nascita di Arco, Cavalese, Cles e Tione presentata in data 1 marzo 2016 e successivamente integrata con nota di data 9 maggio 2016 contiene dati provenienti da database ufficiali quali il flusso CEDAP (Certificati di assistenza al parto) che, tra l’altro, insieme al flusso SDO (schede dimissione ospedaliera), è la fonte utilizzata anche dal Comitato percorso nascita nazionale come specificato nel protocollo metodologico relativo alle modalità di presentazione delle richieste di deroga.

Punto 3. – Non è competenza della Provincia di Trento verificare il rispetto degli standard dei punti nascita che hanno sede in altre Regioni.

Punto 4. – Con la deliberazione n. 1244 del 22 luglio 2016 è stato previsto per le donne residenti in Comuni del territorio provinciale che meritano particolare attenzione in relazione alle distanze e alle condizioni di traffico, che l’Azienda valuti modalità di accoglienza di un accompagnatore della gestante e, se del caso, della gestante stessa sia durante il periodo del parto che in occasione di altri eventi occorsi durante la gravidanza che presuppongano la permanenza/ritorno presso le UU.OO. di Ostetricia e ginecologia di Trento e Rovereto, anche ricorrendo a strutture ricettive esterne.

Punto 5. – I costi a carico della Provincia di Trento in occasione del parto da parte di donne trentine che si rivolgono a strutture sanitarie extraprovinciali vengono addebitati nei flussi di mobilità. Per l’anno 2016 saranno disponibili solo dopo lo scambio degli addebiti previsto per il prossimo mese di maggio/giugno.

Riguardo infine alle accuse mosse negli scorsi mesi al mio Assessorato rispetto all’invio da parte della Provincia di dati errati sul punto nascita di Arco che avrebbero in qualche modo condizionato il parere del Comitato percorso nascita nazionale, allego la nota del Ministero della Salute dello scorso 7 febbraio 2017 ove è precisata la correttezza dei dati forniti dalla Provincia di Trento.

Nella speranza di aver nuovamente chiarito la questione, porgo distinti saluti.

– avv. Luca Zeni –