Dalla leggerezza e unicità della farfalla del Trentino come ricarica naturale, ai motori turbodiesel e 4X4 artigliati


Pur scarse le mosse della giunta Fugatti fanno intendere in maniera chiara che il tanto auspicato cambio di marcia si identifica con la retro. Assistiamo attoniti alla riproposizione di modelli che il Trentino conosce bene perché utilizzati a piene mani tra gli anni Sessanta e Settanta. Ieri le seconde case, oggi l’arrivo di 600 fuoristrada che il prossimo luglio trasformeranno boschi e montagne (patrimonio dell’umanità) in un circuito privato per sfogare pulsioni di cui altrove ci si vergogna. Avevamo puntato sulla leggerezza e sull’unicità della farfalla, sul Trentino come ricarica naturale e ci ritroviamo in un Trentino preda di motori turbodiesel e 4×4 artigliati. Sono iniziative totalmente incoerenti con l’immagine che si era faticosamente cercato di costruire per assicurare qualità e valore aggiunto e che, utili a pochi nel breve periodo, pagheremo tutti molto care. Abbandonata la faticosa azione di valorizzazione, il modello leghista riesuma il banalissimo sistema di sfruttamento e consumo delle risorse ambientali come l’ultimo dei paesi sottosviluppati. Evidentemente l’unica strada per chi è arrivato alla poltrona per caso e senza idee.

Per capire cosa sta succedendo, ho depositato l’interrogazione che segue:

 

PAT Paneveggio raduno Jeep (1)

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MoVimento 5 Stelle Trentino

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