Emergenza Ospedale di Rovereto


Colgo l’occasione di salutare pubblicamente un professionista serio, preparato e autorevole che domani lascia il primariato di pediatria dell’ospedale di Rovereto.
Il dott. Baldo ci consegna un reparto funzionante grazie ai medici che lo hanno seguito e a un gruppo di lavoro di eccezionale valore. Lascia anche una situazione al limite del collasso, per cause tutte politiche e per scelte (o meglio “non scelte”) dell’assessorato Provinciale. Se c’è una emergenza politica a cavalese, c’è una emergenza reale a rovereto.
Ermanno Baldo lascia, suo malgrado, un reparto senza primario. Un sostituto, in forze al reparto, lo sostituirà per il tempo necessario alla conclusione del bando.
Immagino che il pensionamento del primario sia stata una notizia incomprensibile per l’assessore Zeni. Un vero fulmine a ciel sereno. Ma siamo abituati alle lunghe riflessioni dell’assessore. Sul suo tavolo giace ancora la conclusione del concorso per farmacie che ha visto la nascita nel 2012, che ancora non sono aperte…possiamo mai pensare che possa concludere un bando per il primario di pediatria entro la data di pensionamento?
Non si può gestire 1200 nascite con uno sparuto manipolo di valorosi pediatri.
Rovereto deve restare un riferimento pediatrico ed un punto nascite con organico adeguato. Cosa che adesso non è. La formazione dei medici e del persone non si discute, è di altissimo livello, il loro numero e la programmazione lasciano decisamente a desiderare.
Adesso il servizio sanitario trentino non può prescindere dall’ospedale di Rovereto, ma non abbiamo le risorse finanziarie e umane.
Il Csx-autonomista ha voluto distruggere il sistema sanitario trentino locale e non ha adeguatamente rinforzato Rovereto e Trento.
Gli interventi che piano piano stiamo vedendo sono solo palliativi che tamponano una situazione al limite del collasso. Il nuovo primario non troverà un sistema rodato da gestire, ma sarà costretto, se vuole fare un vero servizio alla collettività, ad armarsi di elmetto e difendere con le unghie un ospedale che la politica Provinciale sta mettendo in sofferenza per chiari motivi elettorali.
Non vogliamo cadere nella trappola della lotta tra poveri. Rovereto non è in competizione con Cles o Cavalese. Semplicemente l’assessore Zeni deve  scollegare totalmente le sorti degli altri due nosocomi da quello roveretano. Non possiamo vedere medici che si spostano di centinaia di chilometri per presidiare un ospedale ed essere sottratti da un ospedale che serve ormai quasi 200 mila persone.
Prendiamo ad esempio il parto indolore. Rovereto non può proporlo in pianta stabile perché mancano gli anestesisti, impegnati in sala operatoria. Visto che nessun bando di concorso può contenere la richiesta di ubiquità, occorre assumere più anestesisti. La domanda è: perché Arco è stato chiuso invocando la supina decisione ministeriale (falsa per altro perché non è stato il Ministero a decretare la chiusura ma Trento) mentre per Cavalese Zeni si prodiga per la sua riapertura? Forse perché fa gioco mettere in sofferenza zone che elettoralmente non interessano più?
Arco e Tione sono stati sacrificati per dare a Cles e Cavalese la sopravvivenza, mentre sarebbero potuti essere salvati tutti.
La città di Rovereto soffrirà per questa scellerata scelta, ma la Provincia deve assicurare al suo ospedale i professionisti che merita. Subito. Senza indugi.
Ogni anno 1200 donne trentine partoriscono nella città della quercia e hanno il sacrosanto diritto di scegliere se partorire in modo indolore, in sicurezza per loro e per i loro bambini. Offrire tale possibilità è sinonimo di civiltà prima che di sanità. Ma se le risorse sono dedicate a visitare un mal di gola nella valle gilmozziana, allora si crea la battaglia dei poveri. Quello che vuole la vecchia politica. La vecchia politica che si mette insieme a Dellai (stesso partito di Gilmozzi), che non mi pare abbia mosso molte dita a Roma per la difesa dei nostri ospedali. Già, proprio quella compagine civica che a parole difende Rovereto e nei fatti la baratta per l’assalto alla Provincia.
Rovereto non ha la possibilità di dare servizio perché è stata messa in ginocchio dalla politica localista di Rossi e Gilmozzi, che il Sindaco di Rovereto non può contrastare perché sta col cappello in mano per le prossime provinciali.
Ricordiamoci che Rovereto ha fibrosi cistica, cure palliative, neonatologia tradizionali, nascite da 1200 parti all’anno, pronto soccorso. Rovereto è diventato, nonostante la politica, un centro fondamentale della sanità trentina. Nonostante la politica perché siamo convinti che la situazione sia sfuggita di mano. Professionisti capaci hanno creato reparti per la cura e la sopravvivenza di malati cronici che fino a pochi anni fa erano destinati a morte precoce. Reparti che ora rischiano di essere sottratti o, peggio, annullati.
Nel silenzio totale e assordante dell’amministrazione comunale.
MoVimento 5 Stelle – Comune di Rovereto
Portavoce consigliere comunale – Paolo Vergnano