Imprese senza prestiti mentre Mediocredito finirà alla Cooperazione Trentina

Da tempo tra i problemi delle nostre imprese svetta la difficoltà di accesso al credito. Nonostante la questione sia vitale per la crescita dei territori e un’attività bancaria snella rimanga uno dei pilastri che creano contesti favorevoli allo sviluppo, il tema è stato trascurato fin da subito dall’agenda della Giunta provinciale. Non si parla di credito nel Programma di legislatura presentato il 22 novembre 2013 e se ne parla solo in termini statistici nella Comunicazione al Consiglio del 2 settembre 2014. La Relazione all’assestamento del marzo 2014 sembrava invece andare nella giusta direzione. Partendo dal presupposto in base al quale “L’attuale difficoltà di accesso al credito rappresenta uno dei principali ostacoli all’uscita dalla crisi economica” individuava nel “rafforzamento del ruolo di Mediocredito Trentino Alto Adige” lo strumento principale per stimolare la ripresa degli impieghi.

Mediocredito, istituto che vede la Provincia di Trento, la Provincia di Bolzano e la Regione Trentino Alto Adige come azionisti di maggioranza con oltre il 52% del capitale, ha ricoperto fin dalla sua fondazione un ruolo formidabile nel sostegno allo sviluppo del nostro territorio, ruolo indebolito poi dalla riforma bancaria del 1993. E’ proprio a partire da quella riforma che MC pare aver perso di vista la sua funzione, ovvero il finanziamento a medio/lungo termine alle imprese della Regione, involvendo verso una comune banca commerciale e diluendo la propria operatività su dimensioni che vanno ben oltre i nostri confini.
Per questo il M5s, anche alla luce dei deludenti risultati della delega della gestione operativa alla cooperazione, ha chiesto, fin dal 22 novembre 2013, che la proprietà pubblica facesse valere il proprio peso riportanto MC alle funzioni originarie di motore per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale della Regione e di cinghia di trasmissione per la realizzazione delle politiche industriali di Piazza Dante bypassando il circuito bancario tradizionale e gli strumenti di finanza creativa.

Nonostante le indicazioni contenute nella Relazione del marzo 2014 pare che l’intendimento delle Giunte provinciali e regionale sia piuttosto quello di smobilitare presenza e ruolo all’interno dell’Istituto. La mancata sottoscrizione del previsto aumento di capitale da 100 milioni prospettato per fine 2014 comporterà la perdita della maggioranza pubblica e consegnerà uno strumento potentissimo nelle mani della cooperazione, magari senza nemmeno vedersi riconosciuto un corrispettivo per la rinuncia al diritto di opzione. Per chiarire i termini dell’operazione ipotizzata da qualche organo di informazione il M5s ha presentato oggi l’allegata interrogazione.

Se si pensa di raggiungere l’obiettivo di «rafforzamento del ruolo di Mediocredito» attraverso la sua svendita alle cooperative (che l’hanno gestito fino ad oggi con gli esiti che tutti possono apprezzare) manifestiamo, come sempre fatto fino ad oggi nell’aula consiliare, la nostra totale contrarietà, nella speranza che qualche altra anima sensibile (magari nella maggioranza) si attivi per sventare l’ennesima operazione avventata da consumarsi alle spalle di trentini e altoatesini.

Filippo Degasperi
MoVimento 5 stelle