NO al clientelismo nelle controllate provinciali. SI al reddito di cittadinanza!

Dura presa di posizione dei portavoce del M5S trentino Riccardo Fraccaro e Filippo Degasperi in merito alla questione del precariato in Trentino, con particolare riferimento alla vicenda che ha visto protagonista in questi giorni la signora I.C. che è arrivata ad incatenarsi di fronte alla Provincia per ottenere giustizia per il figlio, lasciato a casa dalla fondazione E. Mach dopo anni di lavoro precario.

Spiegano Degasperi e Fraccaro: “Questa è una vicenda triste che ben esemplifica la situazione di tantissimi trentini costretti ogni giorno a fare i conti con una precarietà dilagante e con l’impossibilità di vedersi riconosciuto il diritto ad un lavoro dignitoso.

Nello specifico siamo di fronte ad un lavoratore che si è sempre dedicato con impegno allo svolgimento delle proprie mansioni all’interno di un’entità solo formalmente privata come è la fondazione Mach, il quale si ritrova senza lavoro dopo anni di precariato e proprio dopo aver richiesto di veder regolarizzata la propria posizione, dato che continuava a veder assumere persone giunte in fondazione ben dopo di lui”.

Oggi Fraccaro e Degasperi, assieme a Civettini della Lega, al lavoratore e alla madre hanno incontrato i rappresentanti della fondazione Mach e l’assessore Dalla Piccola, ma non si è riusciti ad arrivare ad una soluzione positiva. Ancora Degasperi e Fraccaro: “La vicenda si è conclusa nel peggiore dei modi.

La Provincia non si è voluta assumere le proprie responsabilità. Certo, la fondazione Mach può ben sostenere di non avere obblighi di legge nei confronti di un precario, e di poter decidere di lasciarlo a casa come e quando vuole, ma allora è il caso di ricordare da dove provenga la stragrande maggioranza dei finanziamenti della fondazione.

Denaro pubblico, che in situazioni come queste dovrebbe garantire un atteggiamento diverso e più attivo da parte di chi lo eroga. Invece ci si limita a citare la forma della legge usandola come paravento per giustificare il sostanziale avvallo delle scelte di una società solo formalmente privata, i cui rappresentanti sono però emanazione di quegli stessi decisori politici che dicono di non poter fare niente”.

I due rappresentanti del MoVimento concludono con alcune constatazioni mirate: “L’unica soluzione prospettata da Rossi e Dalla Piccola per risolvere il problema del lavoratore è la loro benevolenza,  che tradurrebbe nell’impegno su base personale ad aiutare il lavoratore a trovare una collocazione.

Ma questo genere di “impegno” ha tutti i connotati del clientelismo.

Non possiamo pensare di basare la nostra società sulla benevolenza del potente di turno.

La buona politica dovrebbe essere in grado di porre le basi per ché il lavoro ci sia, e garantire forme di welfare state come il reddito di cittadinanza per tutte quelle situazioni dove esso non fosse momentaneamente disponibile.

Il reddito di cittadinanza sarebbe perfettamente realizzabile se solo lo si volesse, e con esso si otterrebbe di liberare i cittadini dal ricatto cui, indirettamente, abbiamo assistito anche in questa vicenda: se i cittadini avessero il diritto ad un reddito minimo garantito infatti sarebbero molto meno soggetti ai ricatti di una politica che al diritto per tutti preferisce il favore solo per qualcuno, ma come è evidente i potenti, locali e non, hanno tutto l’interesse a mantenere i cittadini comuni in questa situazione di sudditanza.

Quando il M5S dice di essere dalla parte dei cittadini intende proprio questo: opporsi ai soprusi dei potenti e dare a tutti la possibilità di essere cittadini e non sudditi!”.

Riccardo Fraccaro e Filippo Degasperi
MoVimento 5 Stelle