#Tav #nonsenso economico, sociale, ambientale

La Tav del Brennero è un nonsenso economico, sociale, ambientale. Lo dicono il MoVimento 5 Stelle, ma anche tanti altri comitati e singoli cittadini di diversi orientamenti politici. Non è un “no” ideologico, ma un “no” che deriva da accurate analisi costi/benefici dell’opera. Un’opera ideata in sede europea nella seconda metà degli anni Novanta, quando era in voga la retorica positivista della crescita infinita. In estrema sintesi: dal Brennero a Verona dovrebbero essere realizzati ben 190 km di gallerie per la nuova linea ferroviaria; i dati sull’aumento dei traffici merci sono sovrastimati e non corrispondono alla realtà dal 2007; il passaggio del traffico merci dalla gomma alla rotaia nei fatti (si veda la crisi di Interbrennero) non viene in alcun modo incentivato, a grave danno della salute della popolazione che subisce livelli di inquinamento causati dalla A22 oltre i limiti di legge; i costi sono insostenibili viste le situazioni di bilancio di Italia ed Austria (si vedano le grosse perplessità a livello di governo federale austriaco); le conseguenze in termini di salute per la popolazione durante i lavori (che terminerebbero nel 2050) e di consumo di territorio sono difficilmente quantificabili, ma è facile immaginare che saranno devastanti.
Manuela Bottamedi e Filippo Degasperi dedicano alla Tav la prima mozione del M5S che verrà discussa nel consiglio provinciale del 28-29 gennaio, riprendendo uno dei punti del programma: «Blocco del progetto TAV in Trentino e potenziamento della linea ferroviaria storica con incentivi al trasporto merci su rotaia».
Oltre infatti alla pars destruens, nella mozione c’è anche una pars construens, che impegna la Provincia a impegnarsi, interfacciandosi con Rfi, nel rilancio delle linee storiche del Brennero e della Valsugana.

Il testo completo della mozione:

Da più parti in Trentino si esprime profonda contrarietà nei confronti del progetto dell’Alta velocità ferroviaria del Brennero, Ten-Tav-Tac come dir si voglia.
Un’opera che molti considerano insensata, non per motivi ideologici, ma per precise considerazioni sulla politica dei trasporti, sull’insostenibilità economica e finanziaria dell’opera, sulle pesanti ripercussioni in termini ambientali e di salute dei cittadini.
Una contrarietà espressa all’unanimità anche dal Consiglio dei Comuni di Lavis e Rovereto e dalla Circoscrizione di Marco di Rovereto.

Ci sono molti dati che spiegano da soli l’inutilità dell’opera, sintetizzati anche da Riccardo Fraccaro in un’interrogazione alla Camera del 24 settembre 2013.
Nel documento, che si allega a questa mozione, si sottolinea ad esempio il fatto che «il progetto BBT SE prevede uno sviluppo dei transiti commerciali su gomma al valico del Brennero in costante aumento. Come risulta dal Rapport annuel Alpifret del 2013, queste previsioni non corrispondono più all’andamento del traffico reale fin dal 2008».

Inoltre «il traffico merci sulla A22 non giustifica la costruzione di una nuova ferrovia veloce sia perché, vista la sua costante riduzione, si distanzia sempre più dalle previsioni più aggiornate dei promotori (in base ai dati del 2011, lo scarto era circa del 24 per cento e negli ultimi due anni il traffico merci è continuato a diminuire) sia perché la ferrovia storica ha ampie capacità di trasporto residuo».

Infine questa potrebbe essere la prima occasione nella quale la Giunta provinciale mostra concretamente gli effetti concreti del learning by doing, l’apprendimento dall’esperienza. Una breve carrellata dei sogni infranti dell’ultimo decennio: Metroland, inceneritore a Ischia Podetti, caserme militari di Mattarello, boulevard ed interramento della ferrovia all’interno della città di Trento.
Vista l’esperienza passata, quindi, la Giunta ha la possibilità di fermarsi prima di sprecare inutilmente denaro pubblico e rivedere la propria politica.

Tutto ciò premesso Il Consiglio della Provincia autonoma di Trento

impegna la Giunta provinciale a:

1. prendere atto delle posizioni contrarie alla realizzazione dell’opera da parte di alcuni consigli comunali e circoscrizioni trentine;

2. opporsi all’apertura di cantieri riferibili all’opera (tra i quali sondaggi e cunicoli esplorativi) su tutto il territorio della Provincia Autonoma di Trento, considerando l’insostenibilità economica, sociale ed ambientale del progetto Tav nel complesso;

3. cominciare a valutare presso le sedi competenti la possibilità di rilanciare le ferrovie del Brennero e della Valsugana, implementandone le potenzialità sia per il trasporto passeggeri che per quello delle merci;

4. acquisire nelle sedi competenti dati aggiornati sul traffico merci al valico del Brennero (ed i passaggi rispettivamente a Bolzano, Trento, Rovereto, Verona) e dello studio Public Health del medico dell’Università di Innsbruck Peter Lercher sull’impatto ambientale del BBT, pubblicando i documenti integrali sul sito www.ferroviabrennero.provincia.tn.it;

5. aggiornare costantemente il sito www.ferroviabrennero.provincia.tn.it, come canale privilegiato di informazione trasparente ai cittadini.