Turismo trentino: una risorsa da rivalutare

Trento, 27 settembre ’13

In Trentino tutti sembrano concordi nel riconoscere che il turismo è una delle filiere di specializzazione dell’economia trentina e un motore di sviluppo che contribuisce alla formazione del pil provinciale per oltre il 15% garantendo occupazione a circa 32mila lavoratori.

Come Movimento 5 Stelle riteniamo che valga la pena riflettere se non sia il caso di fermare un processo di destrutturazione del comparto turistico trentino indotto dalla legge provinciale n.8 del 2002. La destrutturazione é infatti avvenuta da una parte attraverso la demolizione dell’A.P.T. Provinciale pubblica, apprezzata e presa a modello in Italia ed in Europa, dall’altra la messa a rischio della periferia più debole, lasciata a se stessa nell’intento di stimolare la partecipazione del privato, ancora latitante. La riorganizzazione voluta non ha infatti realizzato quel coinvolgimento che doveva tessere reti sul territorio, in cui i diversi attori locali partecipassero attivamente condividendo le linee strategiche dello sviluppo territoriale. Negli ultimi anni si sono tirate le somme su bilanci polemici, su una struttura centrale, la Trentino S.p.A., appesantita, che ha faticato a comunicare sia al suo interno sia all’esterno, tant’è che è stata poi inglobata come divisione nella Trentino Sviluppo.

Con l’applicazione della L.P. n.8/2002, inoltre, il costo pubblico del marketing turistico territoriale è andato via via crescendo e non è un’opinione che i costi siano lievitati: lo dice la stessa Corte dei Conti che nelle sue relazioni ha sottolineato più volte la scarsa economicità complessiva della S.p.A. e del passaggio segnato dalla legge del 2002.

I costi attuali delle attività di promozione si aggirano attorno ai 60 milioni di euro l’anno, 30 per la ex Trentino S.p.A. e 30 per le aziende d’ambito. Da notare che i cugini altoatesini hanno assegnato ad Alto Adige Marketing una somma sensibilmente minore, 12 milioni di euro, a cui si aggiungono 8 milioni alle associazioni turistiche, con risultati giudicati maggiormente soddisfacenti per il territorio.

La Svizzera spende una cifra simile, ma per la promozione dell’intero paese. I fatti hanno dimostrato – ed altri modelli italiani quali l’organizzazione turistica in Veneto, in Friuli Venezia Giulia e in Toscana, che dopo aver provato le “privatizzazioni” sono tornate indietro, ne sono testimonianza – che serve una solida organizzazione pubblica centrale, con alcune eventuali ramificazioni territoriali che assicurino il coordinamento territoriale, e che le azioni di vendita sono competenza del privato.

In questo senso si suggerisce l’istituzione di un’apposita Agenzia provinciale pubblica, senza timore di fare un passo indietro, nella coscienza che il turismo è patrimonio della collettività trentina. E’ necessario avere il coraggio di analizzare seriamente i punti di debolezza dell’attuale organizzazione turistica e stendere un disegno di legge che entri nella sostanza ridefinendo le competenze e i ruoli del pubblico e del privato. La promozione turistica del Trentino, o il marketing territoriale del Trentino come dir si voglia, va ricondotta al pubblico, con la garanzia di un ruolo super partes che tuteli tutti i soggetti del sistema. Il turismo ha inoltre diritto ad un’attenzione specifica, non può essere considerato esclusivamente come attività economica, ma come settore trasversale, la cui integrazione con ambiente, agricoltura e cultura in primis, ma anche con artigianato, commercio, volontariato, salute, è di fondamentale importanza.

Un altro aspetto molto importante è la presa di coscienza del fatto che, quando si parla di crescita del settore, non si può pensare ad un aumento esponenziale, in termini quantitativi, di arrivi e presenze, ma che la crescita deve avvenire in termini qualitativi, perché il nostro prezioso territorio ha equilbri delicati che vanno assolutamente rispettati per non compromettere le risorse disponibili e per far sì che a godere del benessere derivante dall’attività turistica non sia solo il turista ospite, ma anche la popolazione ospitante.

Contro l’aumento incontrollato dei costi del marketing  territoriale, contro il processo di destrutturazione del comparto turistico trentino indotto dalla L.P. n.8/2002, contro lo sconfinamento del pubblico nell’attività di commercializzazione degli imprenditori turistici, le nostre proposte sono le seguenti:

– definire come obiettivo principale della politica turistica provinciale la sostenibilità

– ridefinire competenze e ruoli dei soggetti  pubblici e dei soggetti privati attraverso l’istituzione di un’Agenzia provinciale pubblica per la promozione turistica ed il marketing territoriale con l’individuazione di alcune ramificazioni periferiche (contestualmente sopprimere divisione Turismo della Trentino Sviluppo e Aziende per il turismo, che costano ogni anno più di 60 milioni di euro) e utilizzare i fondi risparmiati per una politica di tutela e valorizzazione del territorio

– agevolare l’adeguamento delle strutture ricettive  in funzione di risparmio energetico, qualità dell’ accoglienza e innovazione

abbassare  e calibrare la pressione burocratica e fiscale sugli operatori del settore, tenendo presenti redditività delle imprese e capacità di innovazione (es. riduzione Imu sugli immobili alberghieri/ristoranti, semplificazione normativa antincendi)

– adottare programmi di trasporto pubblico integrato basato su sistemi di mobilità alternativa a basso impatto ambientale per la diminuzione del traffico, puntando ad un tipo di mobilità turistica dolce

– adottare un testo unico, legge quadro, della legislazione turistica provinciale, in funzione di semplificazione e trasparenza

– accrescere professionalità e qualità del lavoro nel settore turistico partendo dalla costituzione di un polo formativo del turismo e da una scuola di Hotellerie

– creare sinergia efficace e controllata con i settori della cultura, dell’agricoltura, dell’artigianato, della salute e del benessere, del commercio, del volontariato, con l’obiettivo di tutelare, valorizzare e integrare le risorse  locali e proporre prodotti/servizi turistici autentici

– aprire e mantenere un dibattito sul territorio per  definire il ruolo del turismo nella società trentina, intensificando comunicazione e collaborazione fra livello centrale e ambiti periferici per un più efficace coordinamento delle iniziative

– creare un sistema virtuoso per abbassare i costi gestionali alberghieri e promuoverne

innovazione ed ecosostenibilità: rifiuti, energia (produzione e risparmio), gestione del territorio

– favorire una estesa cultura dell’ospitalità, sia negli operatori sia nella popolazione

– promuovere e favorire la nascita di nuovi prodotti turistici, idonei a destagionalizzare la

domanda e a sostituire prodotti in declino o difficili da conciliare con uno sviluppo sostenibile.

Giuliana Grandi