Valdastico: un progetto vecchio e dannoso.


In un’epoca storica in cui la globalizzazione, i cambiamenti climatici e l’emergenza sanitaria modificano inesorabilmente le agende e le priorità di città, Regioni e persino degli Stati, la Lega Salvini vuole accelerare la corsa oramai verosimilmente irreversibile che ci sta conducendo verso un salto nel vuoto.

L’esempio più evidente di questa tendenza inconsapevolmente (?) nichilista è l’atteggiamento assunto dal governo provinciale riguardo al completamento della Valdastico con la realizzazione di quello sbocco in Trentino, imposto manu militari a Rovereto. Un obiettivo, come si sa, agognato dai concessionari autostradali veneti e da tutti quelli che sui grandi appalti sono abituati a fare mega utili a prescindere dai benefici, sempre grandiosi nella teoria ma di rado effettivi nella pratica, che si esplicano per la collettività.

Questa è la tendenza emersa evidente sin dalla costituzione del Comitato paritetico per l’interconnessione infrastrutturale tra la Valle dell’Astico, la Valsugana e la Valle dell’Adige, che vede la partecipazione dei rappresentanti di Regione Veneto, Provincia di Trento e MIT e che si sta rivelando come lo strumento per assicurare un quadro istituzionale fertile per soddisfare gli interessi dei concessionari autostradali, i quali come sappiamo bene non hanno a cuore la gestione, la sicurezza e la qualità dei servizi delle infrastrutture quanto piuttosto i propri margini di profitto.

Per quanto necessario a bloccare definitivamente un’opera anacronistica come il tunnel della Valdastico il ragionamento non può essere solo tecnico-procedurale. È infatti squisitamente politico e deve essere portato avanti tenendo in considerazione esigenze di interesse collettivo, dal globale al locale.

In un’epoca in cui il sistema sanitario ha bisogno di risorse essenziali per garantire livelli di assistenza minimi, è giusto veicolare enormi risorse per fare un buco in una montagna per di più mettendo a rischio le riserve idriche e generando traffico invece di snellirlo? Anche in considerazione delle possibili correlazioni tra inquinamento e Covid-19 c’è davvero bisogno di pensare ancora a nuove strade con cantierizzazioni gigantesche e costi commisurati?

Intendiamoci, gli investimenti di denaro pubblico servono eccome per rilanciare l’economia ma al tempo stesso devo essere compatibili con le esigenze di garantire un ambiente pulito e sicuro. Investiamo nell’elettrificazione e nella rettifica della ferrovia della Valsugana e programmiamo l’estensione della rete ferroviaria alle valli trentine in modo da ridurre il traffico su gomma invece di spendere valanghe di soldi pubblici per incentivarlo. Più in generale impegniamoci davvero per sviluppare un sistema di mobilità dolce, fra l’altro assolutamente compatibile col potenziale turistico del Trentino!

Il tempo per cambiare paradigma è oggi, non domani! La Valdastico è preistoria che può piacere solo ai più famelici tra i dinosauri che ancora sopravvivono nelle zone d’ombra che esistono fra la politica e i poteri economici più retrivi e miopi del mondo.

MoVimento 5 Stelle Trentino


Alex Marini
Portavoce
Consigliere del MoVimento 5 Stelle in Provincia di Trento
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