M5S sulle Circoscrizioni: Invece che pensare a compensi e indennità si lavori per una riforma seria e articolata

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«Circoscrizioni, le indennità dividono»: un titolo tratto da un quotidiano degli ultimi giorni? No, siamo al 28 gennaio 2014. Dopo l’abolizione sancita dalla legge regionale lo scorso anno, con la clausola che il consiglio potesse decidere diversamente entro certi limiti, il tema del compenso per i consiglieri circoscrizionali rispunta all’ordine del giorno delle ultime sedute della Commissione capigruppo. Benzina sul fuoco di un dibattito che (con buona pace di tutte le questioni più urgenti che il Consiglio dovrebbe affrontare, ad esempio quella della modifica dello Statuto) è esattamente allo stesso punto di un anno e mezzo fa. A giudicare dalle divisioni non solo tra i diversi schieramenti ma soprattutto all’interno della maggioranza, con PD e PATT ancora una volta discordi, una soluzione efficace e condivisa non sembra vicina.

I portavoce comunali del M5S Negroni, Demattè e Maschio si dichiarano critici sulla questione, sia nel metodo che nel merito.
Per quanto riguarda il metodo, ci sembra una presa in giro nei confronti dei cittadini quella di aver sollevato la questione solo dopo la recente tornata elettorale: prima si è dato il contentino di una (lacunosa) riduzione dei costi, e poi a urne chiuse si ritorna a parlare di compensi. Indipendentemente dalla validità o meno della proposta, è la tempistica che riteniamo scorretta.
Ma la questione centrale è quella di merito. Che senso ha spendere tempo (stiamo parlando ormai di quasi due anni) ed energie su un aspetto particolare della gestione delle circoscrizioni, quando da più parti si è concordi nel dire che l’attuale sistema non funziona né risulta sostenibile?
La questione dei compensi per consiglieri e presidente non è che la punta dell’iceberg delle risorse investite: certamente non rappresenta il nodo focale per risolvere il problema dei costi né, cosa più urgente, va a toccare la questione dell’efficacia e della sensatezza del ruolo delle circoscrizioni così come sono oggi.
In un momento in cui, vista la crisi imperante, si cerca dove possibile di razionalizzare e accorpare, non è forse il caso di intavolare un dibattito serio e articolato al fine di ripensare l’organizzazione e il funzionamento del decentramento?
12 uffici anagrafe, con relative spese di personale, pulizia, riscaldamento, solo per citare un esempio tra tanti, sono un servizio o una spesa per i cittadini che li finanziano?
E ancora: la riproposizione in piccolo nei 12 consigli circoscrizionali delle beghe partitiche e dell’opposizione maggioranza-minoranza; il parere che questi organismi esprimono sulle materie più diverse senza il benché minimo effetto vincolante; l’assegnazione di contributi (ancora non sufficientemente trasparente) alle associazioni del territorio da parte delle maggioranze di turno; è davvero questo il concetto di partecipazione dal basso che vogliamo portare avanti?
Auspichiamo che il resto del consiglio voglia prendere in considerazione una revisione complessiva del sistema delle circoscrizioni che vada bene oltre la questione – a nostro avviso secondaria rispetto a tutto il resto – del gettone di presenza.
Come M5S abbiamo presentato la nostra proposta sul tema già durante la scorsa campagna elettorale. Riteniamo che le circoscrizioni vadano completamente ripensate, trasformandole in assemblee aperte di cittadini presiedute da un consigliere comunale a rotazione, dove ogni partecipante abbia diritto di parola e di voto sulle questioni che interessano il territorio di residenza. In questa maniera esse assolverebbero al ruolo fondamentale di interfaccia istituzionale più vicino ai quartieri senza però cadere, come è oggi, nel balletto sterile delle contrapposizioni partitiche: logiche assurde se applicate a uno spicchio di città ma che a tutt’oggi vediamo bene quali difficoltà e impasse continuino a creare. La formula che proponiamo contribuirebbe invece ad avvicinare realmente i cittadini alla vita politica della città, contrastando la disaffezione dilagante e ricreando quel senso di comunità che chi governa oggi ha il dovere di rafforzare.

Paolo Negroni, capogruppo M5S
Marianna Demattè
Andrea Maschio