Piano garanzia giovani: quali i numeri trentini?

Oggi il Consigliere Provinciale del M5S Filippo Degasperi ha presentato un’interrogazione con la quale si propone di far luce sui risultati ottenuti dall’applicazione del piano “Garanzia Giovani” al Trentino, che nel complesso del Paese ha dato risultati fallimentari. A livello nazionale i numeri parlano di un disastro: il target prescelto al quale si mirava era costituito da 1.565.000 giovani che non studiano e non lavorano. Per cominciare hanno aderito al piano solo in 412.015, dei quali solo 160.178 sono stati contattati per un primo colloquio. Ebbene, al termine di tutti i passaggi a trovare lavoro sono stati in 12.273, ovvero il 3% degli aderenti, per ottenere il quale si è speso 1 miliardo e mezzo di euro dell’unione europea. Stando alle verifiche scattate a seguito del flop è risultato che il motivo principale del fallimento sarebbe stata la mancata applicazione delle linee guida europee sul piano “Garanzia Giovani”.

Per rendere noti i dati è stata decisiva l’interrogazione presentata dalla deputata 5 stelle Silvia Chimienti. Ora Degasperi vuol far luce anche sui dati trentini, come spiega lui stesso: “La Provincia di Trento sostiene che i risultati del piano in trentino sono stati eccellenti. Però numeri non se ne vedono, e a dare il quadro reale della situazione possono essere solo quelli, non le chiacchiere e i proclami roboanti. Dati alla mano vedremo se i risultati trentini del piano saranno stati migliori o peggiori di quelli nazionali o se saremo di fronte all’ennesimo caso di vuota retorica”.

“Sottolineo anche” continua Degasperi “che la riforma duale della formazione professionale voluta da Rossi e Olivi per i primi due anni sarà finanziata tramite il fondo “Garanzia Giovani”. La chiamano riforma ma di fatto sarebbe corretto parlare di contro-riforma, visto che di fatto stanno reintroducendo l’avviamento professionale, superato circa 40 anni fa. Vogliono imporre la fine della libertà di scelta per lo studente allo scattare dei 14 anni: se cominci con le professionali non puoi più cambiare, alla faccia della libertà e della possibilità di ascesa sociale. In compenso introducono il trilinguismo giusto per fare contenti i passionari del partito del Presidente Rossi”.