Tour nelle zone del porfido trentino per Riccardo Fraccaro e i candidati M5S, che questa mattina hanno visitato esternamente le principali cave con i rappresentanti del Clp – Comitato Lavoratori Porfido e alcuni operai. L’incontro ha dato modo di fare il punto sulle numerose questioni aperte: «La realtà occupazionale e finanziaria del settore – ha detto Fraccaro – è drammatica: negli ultimi anni il 40% dei posti di lavoro è stato cancellato, i lavoratori sfruttati, la materia prima deprezzata. La responsabilità dei politici locali e dei concessionari (personalità che spesso coincidono) è enorme.Si diceva che la legge provinciale 7/2006, fatta per riparare alla procedura di infrazione che gravava sulla Provincia di Trento a causa delle concessioni fuori regola, assegnando ai concessionari nuove e lunghe proroghe (da 11 a 18 anni a discrezione dei comuni), avrebbe evitato la messa all’asta delle concessioni e quindi la perdita di posti di lavoro. Le nuove proroghe erano state vincolate al mantenimento dei livelli occupazionali. Una norma però subito scardinata da sindaci, Provincia e sindacati, che con i protocolli del 2009 e del 2012 hanno eluso il vincolo occupazionale e aggirato le norme europee. La Provincia di Trento ha poi addirittura regolarizzato il contenuto dei protocolli con la legge provinciale 14/2014. Sono state concesse proroghe decennali a ditte che avevano licenziato decine di lavoratori, in alcuni casi tutti quelli sul libro paga. Il potere dei concessionari è schizzato alle stelle, mentre le conseguenze drammatiche si sono riversate sui lavoratori e sulla comunità locale». Fraccaro ha poi rivendicato il lavoro del M5S, unica forza politica ad occuparsi della questione a tutti i livelli (provinciale, nazionale, europeo – qui), e ad interessare la Magistratura con vari esposti firmati assieme al Clp (qui e qui). Con numerose interrogazioni (qui) Fraccaro, in particolare, ha sollevato problemi come il conflitto di interessi, l’assenza di regole, l’opacità, lo sfruttamento del lavoro: «Non ottenendo risposta – ha aggiunto –, nel luglio scorso con un question time (qui) ho sollecitato il Governo a intervenire, anche alla luce dei rischi concreti di infiltrazione della criminalità organizzata, in particolare della ’ndrangheta. Proprio la mancanza di trasparenza, l’intreccio tra imprese e politica e la prassi delle concessioni decennali per affidamento diretto possono aver rappresentato un’occasione ghiotta per le organizzazioni criminali, come ha confermato di recente anche la Commissione antimafia (qui). Per risollevare il settore dalla crisi – conclude – è necessario agire su più fronti: anzitutto, vigilare contro le possibili infiltrazioni criminali, mettere in gara le concessioni per garantire introiti alle casse pubbliche (su cui gravano i costi per le infrastrutture), introdurre controlli rigorosi sulle estrazioni per evitare altri rischi ambientali, garantire i livelli occupazionali e i diritti dei lavoratori. La crisi del porfido trentino ha dei responsabili: non tutti sono disposti a chiudere gli occhi e il M5S continuerà a lavorare in difesa dei lavoratori e della legalità».
Riccardo Fraccaro
Deputato della Repubblica Italiana MoVimento 5 Stelle