Trasporto merci su rotaia? Fra 30 anni

Interbrennero SpA, società controllata dalla Provincia Autonoma di Trento per il 62,92% e dalla Regione Trentino Alto Adige per il 10,56% e che dunque ha una compagine sociale che sostanzialmente la identifica ad un ente pubblico, pare collezionare insuccessi senza soluzione di continuità. Costituita nel 1982 per gestire la piattaforma interportuale di Trento, chiuderà anche l’anno 2013 con un bel profondo rosso confermando il trend negativo iniziato nel 2010 e che ha visto una perdita nell’ultimo bilancio attestarsi intorno all’1,5 mln di euro. La società, che identifica la propria mission nello stoccaggio e nella movimentazione delle merci da gomma a rotaia, ponendosi come nodo logistico nevralgico all’interno del corridoio Berlino-Palermo e per l’accesso al mercato europeo per gli operatori del settore, ha recentemente perso il Trento-Colonia, due convogli al giorno che coprivano la tratta, e con esso due clienti top come Arcese e Sae che hanno riposizionato la propria attività su Verona. Questa perdita va ad aggiungersi all’ormai lungo elenco di defezioni che hanno fatto precipitare da 18 a 4 le coppie di treni che fanno capolinea allo scalo dell’Interporto e, con esse, il fatturato di Interbrennero, tutte a causa della mancanza di competitività dell’offerta del polo intermodale trentino. Se poi come ha paventato, anche Rete Ferroviaria Italiana scegliesse scali strategicamente più interessanti come quello di Verona, dismettendo l’utilizzo delle proprie motrici diesel a Roncafort, allora quello trentino non assumerebbe certamente l’aspetto di un polo di concentrazione di traffici intermodali. Questa società, che avrebbe potuto essere il fiore all’occhiello degli investimenti della PAT nelle politiche dei trasporti, ha perso di vista i propri assets: potenziamento della rete, aumento della velocità, la creazione di nuove infrastrutture sono rimasti solo ambiziosi proponimenti di innovazione tecnologica. Da anni in provincia di Trento si parla di intermodalità e di trasferire le merci dalla gomma alla rotaia. Interbrennero doveva essere lo strumento per puntare da subito a questo obiettivo. La politica ha invece scelto di abbandonare Interbrennero al proprio destino puntando su un futuribile tunnel del Brennero. Le merci devono essere spostate dalla gomma alla rotaia oggi. Invece per l’epoca in cui il tunnel del Brennero sarà pronto con i suoi 195 km di gallerie e la sua ferrovia ad alta velocità e capacità, Interporto rischia di trasformarsi in una cattedrale nel deserto. In questo panorama disastroso, la società ha posto in atto una manovra correttiva per ridurre le spese sottoscrivendo con i sindacati un contratto di solidarietà di durata annuale e che impatta il 90% delle risorse umane. Contratto che evita 10 esuberi, come ha dichiarato il Presidente Duiella, ma che riduce l’orario dei lavoratori e conseguentemente contrae, in modo sostanziale, il loro stipendio. Per alcuni anche fino al 50%. Media e stampa continuano a pubblicare gli errori che si succedono in questa società e a molti sorge naturale andare a ricercare le cause di fondo che hanno generato una gestione deficitaria sotto molteplici aspetti. In una logica orientata al profitto, in qualunque altra azienda a capitale privato con un azionariato che si aspetta ritorni dai propri investimenti, sarebbe già avvenuto un cambio al vertice. Il M5S Trentino ricorda che quella di Interbrennero non è una storia isolata ma l’ennesimo caso di una costellazione di imprese a partecipazione pubblica dove sono stati investiti milioni di euro dei contribuenti trentini che non possono reclamare alcuna forma di rientro. Di fronte a queste clamorose inefficienze del “sistema PAT”, il M5S Trentino si fa portavoce all’interno delle istituzioni deputate ad intervenire, chiedendo di individuare nuovi criteri oggettivi di selezione della classe dirigenziale sulla base di comprovate expertise maturate in contesti altamente competitivi al fine di evitare metodi fondati sul clientelismo e la fedeltà politica. Mentre Interbrennero aspetta la ripresa del mercato e l’uscita dalla crisi, le prospettive ancora una volta non sono rosee ma assumono tonalità che vanno dal grigio, come l’asfalto di una Autobrennero sempre più trafficata e congestionata, al nero come i polmoni dei trentini e l’umore di chi oggi rischia di perdere il lavoro.

 Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle Trentino