Bypass ferroviario. Lettera aperta al Sindaco di Trento e alla sua giunta

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di Gruppo territoriale M5S di Trento *

A.A.A. cercasi una buona dose di COERENZA da regalare urgentemente al sindaco di Trento e alla sua giunta, essendone assolutamente privi. Udite udite: Ianeselli invita i cittadini a contribuire con idee e partecipazione attiva ai vari convegni per tracciare le scelte del futuro sviluppo della città.

Ottimo proponimento, si dirà: un segnale positivo di apertura verso una gestione più democratica del territorio, con qualche abbozzo di concessione alla democrazia diretta. Quando però si parla del bypass ferroviario di Trento …..psssttt… le bocche devono stare ben cucite perché tutto è stato deciso e… lo vuole l’Europa !! Il mantra è dantesco, tratto dal quinto canto dell’Inferno e recita: “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”. A seguire informazioni zero, discussioni sotto zero, proteste, cortei e fiaccolate dei vari comitati seguiti dalla Digos e da agenti in assetto antisommossa…. I due assiomi su cui si impone questo silenzio che dovrebbe essere un assenso si smontano facilmente. Il progetto, a detta di fior di tecnici, è raffazzonato e pieno di lacune ed errori madornali e…rullo di tamburi!! l’Europa NON lo vuole perché lo giudica un attentato alla salute dei cittadini e un disastro ambientale! Nientemeno che il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, il lettone Valdis Dombrovskis, ha fatto capire che le criticità ambientali rappresentano dei limiti non facilmente superabili, i quali rendono il bypass ferroviario di Trento un’opera non finanziabile con i fondi del PNRR.

Si tratta di un’ opera di grandi dimensioni, la più onerosa finora mai realizzata in Trentino che dovrebbe coinvolgere l’intera città da nord a sud e la collina est di Trento. Gli ostacoli però sono quasi insormontabili: a Nord  da più di 40 anni il terreno sotto le ex fabbriche della Sloi e della Carbochimica è considerato uno dei luoghi più inquinati d’Europa, a sud est una galleria di 12 km dovrebbe attraversare la paleofrana della Marzola, che registra un movimento franoso di ca 5 mm/anno ed è ricco di preziose sorgenti di piccole e medie dimensioni che verrebbero irrimediabilmente danneggiate, tra cui la sorgente di Acquaviva che servirà per un prossimo collegamento Trento -Rovereto e la cui perdita comporterebbe la carenza di acqua potabile su tutta la Vallagarina.

Se le amministrazioni locali fossero dalla parte dell’ambiente e della cittadinanza, dopo anni di forti proteste di vari comitati che hanno dimostrato e tuttora dimostrano la devastazione ambientale ed il rischio per la salute dei cittadini, avrebbero fatto un passo indietro bloccando l’intera opera.

Il primo compito di un sindaco è quello di salvaguardare il territorio, l’ambiente e la salute pubblica e ne è direttamente responsabile, quindi, signor Sindaco Ianeselli, abbia il coraggio di ergersi a difesa della città, e non si ostini a sostenere un business che favorisce pochi a danno di tutti.

Questa ferrovia a doppia canna larga 60 MT e lunga 12km in una valle larga non piú di 1,5km, dunque con spazi ristretti, metterà a dura prova la quotidianità delle persone, che saranno costrette a convivere per lunghi anni a contatto di polveri, rumori, vibrazioni e danneggerà anche la pavimentazione stradale. 

Non ci vuole un genio per capire che sarà un’opera deleteria che non porterà benefici ma solo disagi e preoccupazioni. In attesa del passaggio delle merci sulla nuova ferrovia, per molti anni ci ritroveremo con due linee ferroviarie, una per le merci ed una per i passeggeri, che è esattamente la situazione attuale.

Chi ha deciso di procedere con una grande opera così impattante e onerosa per le casse dello stato è consapevole che questi capitali sono tolti alle famiglie, alla sanità, alla scuola, alla salvaguardia del già fragile equilibrio idrogeologico, eppure non vuole fermarsi, nemmeno davanti ad un disastro annunciato, come quelli della Sloi, del Vajont, della funivia del Mottarone, come gli incidenti di Viareggio, della ThyissenKrupp, come il crollo del ponte Morandi.

Spaventosi eventi che accadono, non per castigo divino, ma perché il business è troppo grande e, in confronto, la salute, il benessere e la vita delle persone valgono veramente poco o niente.

* testo esteso dal rappresentante del gruppo territoriale Paolo Santolini e da Renata Righi per rappresentare la volontà del gruppo territoriale M5S di Trento
Lettera inviata ai quotidiani L’Adige e Il T il 26 gennaio 2024 (ad oggi non risulta pubblicata)