Marangoni: no al taglio degli stipendi, sì a sgravi fiscali e sull’energia elettrica

 

Filippo Degasperi e Manuela Bottamedi hanno ascoltato questo pomeriggio le istanze dei lavoratori della Marangoni di Rovereto in sciopero. Non è accettabile che siano i lavoratori a dover pagare con una decurtazione di 2 mila euro netti annuali il momento di crisi dell’azienda.

Il costo dei lavoratori dipendenti per le aziende infatti in Italia è inferiore, nel confronto europeo, rispetto a quello, nell’ordine, di (dati Eurostat 2010) Danimarca, Lussemburgo, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Austria, Finlandia, Svezia, Gran Bretagna.

Se si parla poi di voler riattivare il ciclo economico, non lo si fa certamente riducendo il potere d’acquisto dei lavoratori. Il Partito democratico, anche in Trentino, dice di voler ridurre le imposte alle imprese per lasciare più netto in busta ai lavoratori. Nel caso di Marangoni non si riducono le imposte e per di più si toglie del netto in busta ai lavoratori.

Sarebbe utile invece che la Provincia procedesse a sgravare le imprese trentine dall’Irap (120 milioni di euro annui di gettito) ed interamente (come previsto nel programma M5S Trentino), non solo del 20%. Marangoni ad esempio in questo modo potrebbe risparmiare circa il 3% del proprio costo del lavoro.

Invece che prendere la strada dell’intervento diretto (leaseback) o lasciare che vengano impoveriti i lavoratori la Provincia dovrebbe seriamente voltare pagina e cominciare con gli sgravi: sulle imposte di propria competenza ed intervenendo sul costo dell’energia, visto che la filiera viene controllata a livello provinciale dalla produzione fino alla vendita.