E ora stracciamoci le vesti… ma il licenziamento era annunciato

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La vicenda del licenziamento dei dipendenti privati che prestano servizio presso la Biblioteca Comunale di Rovereto è emblematica.
Ora tutti si stracciano le vesti per il loro licenziamento, senza capire, o capendolo ma facendo finta di nulla, che è stata la scelta di esternalizzare il servizio a provocare il loro licenziamento. Esternalizzare vuol dire privatizzare. Anche i sindacalisti più illuminati lo comprendono. Non tutti devo dire, spesso ho trovato anche nei sindacati chi crede che esternalizzare significhi realmente dare opportunità ai dipendenti.
Ma quando abbiamo messo in guardia l’amministrazione riguardo la strada che si stava percorrendo, questa non ha fatto altro che continuare nell’azione di privatizzazione. Dobbiamo ammettere che questa specifica situazione è stata iniziata dalla scorsa amministrazione che, in linea con le direttive provinciali del Centrosinistra autonomista, ha condotto una politica di privatizzazione di parte dei servizi della Biblioteca. Ma non si può assolvere l’amministrazione Valduga che, seppur abbia sùbito lo specifico bando ereditato dall’amministrazione Miorandi, non ha ci ha mai fatto capire di aver compreso pienamente la differenza tra servizio pubblico, servizio esternalizzato, servizio privato. In Consiglio Comunale, infatti, abbiamo sempre ascoltato parole che indicano la confusione totale in cui versa l’amministrazione nella distinzione tra le varie tipologie di servizio. La questione Scuola Musicale Comunale Zandonai ne è l’esempio. Anche qui il Sindaco mescola gestione comunale con gestione esternalizzata e gestione privata. Per noi la descrizione è semplice.
La gestione comunale è quella diretta, al massimo effettuata attraverso un’azienda speciale come AMR, con dipendenti comunali, assunti tramite concorso pubblico e stipendiati direttamente dal comune.
La gestione esternalizzata è quella attuale. Parte comunale parte gestita da aziende esterne.
La gestione privata è la fondazione, che non è altro che un modo per svendere i servizi, continuare a finanziarli con le tasse dei cittadini e privatizzarne gli utili.
Quindi solo la prima – la gestione diretta comunale – è indice di un servizio pubblico per i cittadini. Le altre soluzioni sono alla stregua di vendita…o meglio di svendita.
Del resto non si può chiedere a un privato di partecipare a una gara e poi non cercare di risparmiare il più possibile: il suo fine è guadagnare non dare servizio.
Se si fosse voluto garantire la qualità del servizio bibliotecario e il lavoro dei dipendenti si sarebbe dovuto annullare la gara, o neppure farla.
Qualcuno dirà che non era possibile, noi riteniamo che lo fosse.

MoVimento 5 Stelle – Comune di Rovereto
Portavoce consigliere comunale – Paolo Vergnano