Sanità diseguale? L’esempio è proprio il Trentino


Comunicato Stampa inviato ai principali quotidiani locali ed ignorato da:
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Non c’era bisogno di chiamare esperti mondiali. In Trentino la Sanità diseguale è già realtà. Chi sacrificandosi può mettere le mani al portafoglio può usufruire in tempi accettabili di visite specialistiche dato che i tempi di attesa per le visite ambulatoriali non a pagamento sono interminabili (quelli per le migliaia di visite private invece sono immediati) e proposte spesso a decine di chilometri dalla propria residenza.

Chi partorisce a Cles dal 2009 può usufruire del parto indolore, a Trento lo potrà fare entro il 2017 (siamo già a giugno…), a Rovereto entro il 2018 (forse). In tutte le regioni italiane esiste la Breast Unit, organizzazione ottimale per la cura del tumore della mammella. In Trentino non esiste. Altre decine di esempi si potrebbero fare. Basti pensare alle migliaia di trentini costretti a farsi ricoverare fuori provincia che portano il saldo della mobilità sanitaria in forte deficit.

Affermare, come fatto dal ministro Lorenzin, che il Sistema sanitario provinciale attira pazienti da tutta Europa significa essere in totale confusione, probabilmente la stessa del suo partito. Non dimentichiamo infine che il Trentino spende per la Sanità molto più delle altre regioni italiane in termini pro capite. Come certificato anche dall’Ufficio Parlamentare di bilancio, una fortuna sprecata dalla inefficienza del trio Rossi Zeni Bordon.

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Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle