Assemblea cittadina No Tav 6 aprile 2024

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Assemblea cittadina No Tav del giorno 6 aprile, ore 17.00/19.00 presso la sala circoscrizionale di via Verruca 1, Trento.

Premessa.

Questa assemblea dei cittadini è promossa da vari comitati No Tav e vede la partecipazione del Gruppo Territoriale del M5S di Trento. E’ stata preceduta da due proteste “rumorose” degli attivisti che nei giorni scorsi con percussioni di vario genere hanno battuto sulle recinzioni del Cantieri dello scalo Filzi in via Brennero di fronte al negozio Natura Sì, per richiamare l’attenzione dei passanti sul grave pericolo che corre la cittadinanza con l’inizio dei lavori. RFI (rete ferroviaria italiana)e le amministrazioni locali hanno deciso di costruire un tunnel che partirà proprio in quella zona altamente inquinata da piombo tetraetile (antidetonante per la benzina, fondamentale per i motori degli aerei )mercurio, idrocarburi policiclici aromatici, solventi e fenoli, che raggiungono picchi di 260 volte superiori ai limiti consentiti. Tale zona, denominata SIN (sito interesse nazionale per problemi di inquinamento) è una delle zone più inquinate d’ Europa. L’inquinamento interessa il sottosuolo e le rogge nei quali fino al 1978 venivano scaricati i liquami tossici prodotti da due industrie che si trovavano nella zona di Campotrentino fra via Maccani e la ferrovia: la Sloi e la Carbochimica. I fanghi velenosi finivano nella Fossa degli Armanelli, quindi confluivano nel canale Lavisotto, che, passando attraverso piazza Dante, sfociava nell’Adigetto e quindi nell’Adige.

Il tunnel, chiamato bypass, partirà dallo scalo Filzi e proseguirà per 12 Km. sotto la montagna della Marzola a Est di Trento per sbucare a sud di Mattarello in località Acquaviva.

Relatori: ingegner Geat ed Elio Bonfanti.

A dicembre arrivano le notizie che i terreni sono stati sequestrati dalla magistratura e non ci saranno i finanziamenti del PNRR, ma il sindaco Ianeselli e RFI (rete ferroviaria italiana) non demordono: con un’ abile manovra mediatica spostano l’attenzione della cittadinanza dal bypass all’interramento della ferrovia storica, permettendo così la realizzazione del mega progetto ideato all’architetto catalano Bouquets, che prevedeva un grande boulevard al posto della ferrovia in corso Buonarroti e via Brennero. Offrono le chiavi della città col progetto Supertrento ad uno studio di Architettura e urbanistica, Campomarzio, coinvolgendo 350 persone attraverso dei tavoli di discussione delle linee guida.

Praticamente,se si vuole la super Trento bisogna accettare il bypass che è propedeutico all’interramento della ferrovia. L’idea infatti è quella di spostare i binari ferroviari dall’attuale sede al tunnel sotto la Marzola fintanto che si scaveranno i passaggi sotterranei per l’interramento della ferrovia, dopodiché nel tunnel passeranno solo le merci e la ferrovia storica riprenderà il suo tracciato nel sottosuolo. Praticamente tutta la devastazione prodotta dal bypass ha lo scopo di rendere disponibile un tracciato alternativo, che accoglierà temporaneamente l’intero traffico, sia merci che passeggeri, sulla nuova linea ponendo le condizioni più semplici per l’interramento dei binari storici.

Il progetto del bypass viene spezzettato in vari step e l’ inizio del tunnel cade proprio nel bel mezzo della zona inquinata che verrà bonificata solo in parte, non totalmente.

Da parte di RFI e dell’amministrazione pubblica si tenta maldestramente di minimizzare l’inquinamento dei terreni e delle acque, facendo sparire dei pieziometri ( strumenti per il monitoraggio delle acque sotterranee)e facendone comparire uno che stranamente risulta essere il più pulito di tutta l’Europa.

Sull’area destinata a verde pubblico e residenziale gli inquinanti sono troppo pesanti per cui dovrà essere destinata a insediamenti industriali e artigianali e non si potrà mai fare un parco in quella zona così tossica. La barriera idraulica a carboni attivi costruita nel 2001 come opera sperimentale ha funzionato male per cui l’inquinamento si è spostato da una parte e dall’altra.

A Fidenza, in provincia di Parma, dove in una fabbrica (chiusa nel 1973)gemella della Sloi veniva prodotto il piombo tetraetile, la bonifica è in gran parte cosa fatta. Lì la situazione è simile, ma non così grave come questa di Trento Nord, e c’è un controllo quotidiano della situazione mentre da noi solo ogni sei mesi. Da parte di RFI e dell’amministrazione comunale si nota l’incapacità a gestire una situazione così difficile unita alla protervia di voler continuare l’opera.

D’altronde, in totale assenza di una proposta efficace, è molto probabile che si vada incontro ad un  disastro ambientale di proporzioni gigantesche. Basti dire che dal Rio Lavisotto escono inquinanti  e anche la parte già bonificata verrà nuovamente inquinata.

E’ partita la procedura d’infrazione contro l’Austria per i divieti ai tir introdotti da Vienna, che vuole limitare gli accessi perchè provocano troppo inquinamento. Basterebbe obbligare i tir a viaggiare su rotaia, anziché su gomma e tutto si risolverebbe, visto che la ferrovia dei treni merci è sottoutilizzata. Il contenzioso con l’Austria arriverà a breve in Commissione europea.

L’ing. Geat sostiene che ci sono perlomeno sei prescrizioni tuttora valide da ottemperare prima delle grandi opere effettive che riguardano le vibrazioni e i rumori. Un’altra assurdità: le case di chi abita vicino ai cantieri devono essere controllate riguardo alle vibrazioni e ai rumori ma poi la Provincia non vuole pubblicare i risultati. Ci si pone l’interrogativo se i lavori siano iniziati o no. Per convincere la popolazione che ormai non c’è più nulla da fare e che bisogna accettare quest’opera invasiva dicono che i lavori sono già iniziati, però ci sono tante prescrizioni che devono essere ancora ottemperate e bisogna interagire con MITE (ministero della transizione ecologica) con un piano di monitoraggio ambientale.

Antonio legge un comunicato di un insegnante del Piccolo Principe scuola materna situata di fronte alla scuola primaria Schmid, che esprime il disagio di bambini, insegnanti e genitori dato che, a causa dell’inquinamento riscontrato nel giardino della scuola, in estate dovranno spostarsi in altre strutture scolastiche.

Interviene anche la rappresentante di “Rete dei cittadini”, che spiega gli interventi del comitato.

La zona più inquinata si espande verso sud e comprende il sottosuolo dell’Eurobrico, dell’ex gommista Pasolli,del mercatino cinese, del negozio di ceramiche, del supermercato Aldi e di Burger King.

Un attivista no tav parla di responsabilità del comune di Trento che ha dato tutti i permessi e le autorizzazioni per costruire questi edifici a scopo artigianale e commerciale in assenza di un minimo di sicurezza sull’aspetto ambientale, essendo il sottosuolo altamente inquinato.

I comitati no tav annunciano una conferenza stampa nei prossimi giorni.

La politica dell’Amministrazione è di andare avanti un pezzetto alla volta; dal 2006 questo progetto ha fatto guadagnare al consorzio Tridentum e ad altri enti ben 400 milioni e nulla è stato ancora fatto. Il costo totale del bypass supererà di sicuro i due miliardi.

Anche Rovereto viene interessata da questo progetto anche se è ancora molto vago e indefinito.

Si conclude l’assemblea annunciando la grande manifestazione del 20 aprile, distribuendo dei manifesti da pubblicizzare al massimo anche sui social, cercando di coinvolgere soprattutto i giovani che non seguono questa vicenda.

La partenza del corteo è fissata alle ore 15:00, partendo da piazza Cantore, si supererà il cavalcavia per fermarsi davanti ai cantieri dello scalo Filzi, quindi si arriverà in Piazza Dante dove si terranno dei discorsi. Si ipotizzava di lasciare dietro al corteo una scia di parole scritte con tempera lavabile sull’asfalto. Si raccomanda di progettare cartelli con slogan, tamburi, fischietti; ci sarà anche il coinvolgimento di una compagnia di ballo composta da ragazzi.


A cura di Renata Righi Francesca Osti, Teresa Belli.