Dellai sugli scudi per affossare il taglio degli stipendi parlamentari


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«Ieri in Parlamento il deputato trentino Lorenzo Dellai, capogruppo di “Democrazia Solidale – Centro Democratico” si è distinto per aver messo la faccia sull’insabbiamento del disegno di legge per il dimezzamento degli stipendi parlamentari, rispedito in commissione fino a data da destinarsi. Si tratta della stessa persona che fa propaganda per il sì al referendum costituzionale con l’argomento forte che così si riducono i costi della politica (o meglio si riduce il numero dei senatori, col piccolo inconveniente di sottrarne l’elezione ai cittadini). Poco importa che col dimezzamento degli stipendi parlamentari si sarebbe risparmiato molto di più. Come il rinvio di ieri ha ampiamente dimostrato, l’argomento della riduzione dei costi è solo uno specchietto per le allodole per ottenere il via libera a riforme che danno tutto il potere in mano alla partitocrazia.

Al di là di ciò è interessante fare una riflessione sul perché Lorenzo Dellai abbia scelto un profilo così schierato. La spiegazione che ci diamo noi è che da fervente seguace del renzismo di lotta e di governo e da uomo che ha sempre saputo coltivare i rapporti, l’onorevole Dellai non poteva certo farsi scappare l’occasione di pavoneggiarsi agli occhi del signore che oggi determina le sorti d’Italia con piglio feudale e che domani vorrebbe addirittura accrescere i propri poteri grazie alla “schiforma” ideata a tre mani con madama Boschi ed il fido Verdini.

Del resto l’onorevole Dellai deve sentire una certa “comunanza spirituale” con Renzi. Tutti ricordano lo stile col quale governava Trentino (sopranome modesto: “il Principe”) e le varie avventure di cui si rese protagonista grazie alle abbondanti finanze pubbliche dell’epoca. Di una di queste “storie di successo” sono stati resi noti proprio oggi i frutti: nel 2012 il governatore inaugurava una centrale elettrica a Tserovo, in Bulgaria. L’opera era stata resa possibile grazie ad un accordo fra il Trentino e il governo bulgaro datato 2003 (c’era sempre lui… quando si dice la lungimiranza!). Purtroppo però qualcosa nel “progetto all’avanguardia sul piano della partnership pubblico privato” non deve aver funzionato perché a quanto pare la ditta che si era occupata di realizzare la centrale è fallita e adesso va all’asta con un passivo di 95 milioni. Un altro glorioso lascito dell’“era Dellai”? A tutt’apparenza sembrerebbe proprio di sì, ma del resto lui è ormai approdato in Parlamento dove è al lavoro per riprodurre anche su scala nazionale questi “successi”, ad esempio distinguendosi nella battaglia a favore di una riforma della Costituzione che finirà col dare il colpo di grazia a quell’Autonomia speciale della quale per 15 anni Dellai ha sviolinato le lodi. L’ex governatore è già oltre, e se farà contento Renzi non dubitiamo che il suo posto da deputato gli sarà meritatamente confermato. Intanto, per chiarire le ricadute sulle finanze pubbliche e sulle tasche dei cittadini dell’“esempio positivo di internazionalizzazione” cantato dall’onorevole Dellai nel 2012 e rumorosamente naufragato in questi giorni, noi abbiamo depositato apposita interrogazione»

Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle

interrogazione-degasperi-su-contributi-gruppo-petrolvilla_26102016