Fallimento Waris, Storo: M5S deposita interrogazione per rendere pubblici i piani della Provincia sullo stabilimento.


Il fallimento dichiarato alcuni giorni fa dal tribunale di Trento rispetto alla ditta Waris Srl era purtroppo annunciato. Come ben evidenziato dalla sentenza dei giudici appare chiaro infatti il quadro di dissesto economico nel quale versava da tempo l’azienda.

I lavoratori, ai quali vanno tutta la mia solidarietà e il mio sostegno, potranno con ogni probabilità recuperare gli stipendi e le spettanze loro dovute tramite l’intervento compensativo da parte dell’Inps. Resta tuttavia da vedere se gli altri creditori, compreso Trentino Sviluppo, la proprietaria dello stabilimento in cui operava Waris potranno fare altrettanto.

A tal proposito l’esito di questa vicenda pone tuttavia interrogativi pressanti rispetto alla destinazione che l’ente pubblico intende designare per la struttura in questione. Oltre alla necessità di recuperare gli affitti non pagati da Waris è necessario infatti che si valuti quanto prima un disegno strategico adeguato per uno stabilimento restaurato con i soldi dei cittadini solo pochi anni fa, in modo da garantire sviluppo economico ed occupazionale alla valle del Chiese.

Per fare chiarezza già ieri mattina ho depositato un’interrogazione con la quale chiedo che la Provincia metta nero su bianco quali siano le sue intenzioni per lo stabilimento ex Waris. La mia speranza è che si possa trovare una soluzione in grado di creare posti di lavoro magari dando spazio agli artigiani locali che già alcuni anni fa avevano mostrato interesse per insediare le loro attività produttive all’interno dello stabilimento che poi la Provincia aveva preferito assegnare a Waris.

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Segue il testo integrale dell’interrogazione 1585/XVI del 12 giugno 2020:

Risulta che in data 3 giugno 2020, il Tribunale di Trento nella persona dei magistrati Guglielmo Avolio (presidente), Roberto Beghini (giudice) e Benedetto Sieff (giudice relatore) abbia dichiarato inammissibile ai sensi dell’art. 162 della Legge fallimentare la domanda di concordato preventivo con riserva presentata dalla ditta Waris Srl, e, facendo seguito al ricorso presentato da 7 dipendenti della stessa Waris Srl che lamentavano il mancato pagamento di numerose spettanze, su richiesta del pubblico ministero, ne abbia sentenziato il definitivo fallimento (vedasi allegato 1);

per comprendere l’estrema serietà delle motivazioni della succitata sentenza si veda ad esempio il seguente passaggio: “È lo stesso debitore, in sede di concordato preventivo, a disvelare lo stato di dissesto economico, da imputare secondo la sua tesi, alla revoca delle agevolazioni concesse nel settore di mercato in cui operava – quello della produzione di pannelli fotovoltaici – con conseguente drastico crollo dei ricavi, oltre che dal sequestro penale dei conti correnti disposto in conseguenza delle omissioni fiscali. In ogni caso lo stato di insolvenza trova oggettivo riscontro, nella perdita, registrata dalla società debitrice in chiusura dell’esercizio 2018, di oltre 1,6 milioni di euro, con appostamento di una voce negativa di patrimonio netto prossima ai 600 mila euro, cui è seguita – secondo la situazione patrimoniale ed economica aggiornata al 30 novembre 2019 prodotta dalla debitrice (la più aggiornata prodotta dalla debitrice, v. decreto di data odierna di questo Tribunale reso ai sensi dell’art. 162 l.fall.) – la perdita di oltre 3 milioni di euro registrata alla fine di novembre 2019, con conseguente, ulteriore e pesante aggravamento del dissesto patrimoniale già in atto”;

il Tribunale di Trento ha altresì sottolineato 4 ulteriori indici di quella che è stata definita l’“oggettiva incapacità” da parte di Waris Srl di “fare fronte regolarmente alle proprie obbligazioni”. Nell’ordine: (1) la pendenza a carico di Waris Srl di 2 esecuzioni tramite pignoramento presso terzi per il perdurante inadempimento nei confronti dell’Agenzia delle Entrate – Riscossioni, per debiti superiori agli 1,5 milioni di euro e verso un ulteriore soggetto; (2) l’omesso pagamento di stipendi arretrati, tfr e altre spettanze nei confronti dei 7 dipendenti della ditta che avevano fatto ricorso per entrare in possesso di quanto loro dovuto; (3) l’infruttuoso tentativo dei 7 dipendenti ricorrenti di ottenere l’esecuzione forzata del loro credito tramite pignoramento presso Waris Srl; (4) il fatto che proprio nel tentativo di ottenere la predetta esecuzione forzata l’ufficiale giudiziario “non abbia rinvenuto la società debitrice, in persona del suo legale rappresentante o di altri addetti, presso la sua stessa sede legale” trovando al suo posto la società Schläfer Srl affittuaria di ramo d’azienda da Waris Srl. Secondo la sentenza del Tribunale di Trento ciò costituirebbe un “fatto che al contempo indica che il debitore non si è occupato, a seguito della conclusione del contratto d’affitto, di munirsi di una sede legale nuova e diversa da quella già stabilita presso i locali poi affittati, di fatto sottraendosi alle possibili legittime iniziative dei suoi creditori”;

nella sua sentenza il Tribunale di Trento ha anche precisato come “L’ammontare dei debiti scaduti e non pagati risultanti dagli atti è complessivamente superiore alla soglia oggettiva di euro 30 mila di cui all’art.15, u. co. l. fall.”;

per tutte queste motivazioni il Tribunale di Trento ha dichiarato fallita la ditta Waris Srl;

rispondendo all’interrogazione 734/XVI  (ndr vedi post) l’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro aveva segnalato che Trentino Sviluppo aveva intrapreso azioni sia nei confronti di Waris Srl che di Schläfer Srl. Infatti entrambe le imprese, pur con tempi diversi, avevano avuto la propria sede produttiva collocata all’interno di una struttura industriale sita in Storo e di proprietà della controllata pubblica Trentino Sviluppo. In particolare l’assessore specificava che: “Riguardo al credito nei confronti di Waris srl in data 13 marzo 2019 è stato presentato ricorso per decreto ingiuntivo. Detto decreto è stato emesso il 15 maggio 2019 e pertanto tutto il credito di Trentino Sviluppo risulta coperto da detto decreto passato in giudicato. Peraltro in data 31 maggio 2019 è stata presentata una richiesta da parte di Waris di sospensione delle azioni esecutive in ragione della procedura di ristrutturazione del debito ex art. 182 bis della legge fallimentare. Nello stesso periodo la società pubblica ha effettuato la verifica degli obblighi occupazionali per l’anno 2018 e in data 10 luglio 2019 ha applicato le sanzioni per il mancato rispetto dei vincoli. Relativamente ai rapporti con Schläfer srl, Trentino Sviluppo, dopo avere preso atto dell’affitto del ramo di azienda di Waris e della comunicazione di riassunzione dell’intero organico e della proposta di rientro del debito, ha constatato il mancato pagamento proposto e in data 23 luglio 2019 ha pertanto dato comunicazione dell’avvio di azione legale presentando ricorso per l’emissione di decreto ingiuntivo. Il decreto è stato emesso in data 7 agosto 2019”;

alle azioni giudiziarie segnalate dall’assessore nei confronti di Schläfer Srl, erano seguite proposte di rientro da parte dell’azienda non andate a buon fine e in data 16 settembre 2019 era stato redatto un atto di precetto verso la stessa ditta, la quale a sua volta aveva fatto ricorso in opposizione. Sempre nella risposta dell’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro all’interrogazione 734/XVI si faceva inoltre presente che: “In parallelo alle azioni esecutivi per il recupero del credito in data 7 ottobre 2019 è stata notificata alla società Schläfer l’intimazione di sfratto con richiesta di rilascio dell’immobile e di pagamento di canoni scaduti e a scadere. Il giudice ha emesso la propria decisione il 4 dicembre 2019, accogliendo l’istanza di rilascio e fissando la data dello stesso per il 15 gennaio 2020; tuttavia ha disposto anche il mutamento del rito ed ha fissato la nuova udienza per il 17 giugno 2020”;

a fronte di quanto sin qui riportato e di quanto evidenziato nell’interrogazione 1065/XVI del 3 gennaio 2020 “Azioni intraprese a tutela dei lavoratori delle imprese Waris e Schläfer di Storo” (ndr vedi post) appare del tutto evidente come l’impresa Waris Srl versasse da tempo in stato di precarietà economico/finanziaria, del quale il fallimento decretato dal Tribunale di Trento lo scorso 3 giugno è stato purtroppo il logico epilogo. La vicenda che riguarda Waris Srl e Schläfer Srl resta comunque aperta riguardo al recupero da parte di Trentino Sviluppo dei canoni di locazione non versati per l’utilizzo dello stabilimento industriale sito in Storo e di proprietà pubblica da parte delle predette società. Resta inoltre da capire quali siano le intenzioni della Provincia di Trento e quindi di Trentino Sviluppo in merito all’impiego della struttura industriale in questione, anche al fine del conseguimento di obiettivi di natura occupazionale e di sviluppo economico nel territorio della Valle del Chiese;

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere

  1. se Trentino Sviluppo sia rientrata degli ammanchi derivanti dal mancato pagamento dei canoni di locazione dovuti da Waris Srl e da Schläfer Srl. In caso di risposta negativa, quale sia la cifra da recuperare per ciascuna delle 2 imprese e cosa si intenda fare per rientrare in possesso delle stesse;
  2. se lo stabilimento industriale di proprietà di Trentino Sviluppo sito a Storo in via 1° Maggio, n.1 sia tornato nella piena disponibilità del proprietario;
  3. come la Provincia Autonoma di Trento e in subordine la sua controllata Trentino Sviluppo intendano operare per garantire la riconversione operativa della struttura industriale di cui al punto precedente, anche ai fini di conseguire obiettivi di natura occupazionale e di sviluppo economico nel territorio della Valle del Chiese.

MoVimento 5 Stelle Trentino


Alex Marini
Portavoce
Consigliere del MoVimento 5 Stelle in Provincia di Trento
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