NOT. La Provincia chieda allo Stato di attivare un meccanismo di vigilanza sulle procedure di affidamento dei lavori


Ci risiamo. Gli espertissimi che guidano la Provincia tornano alla carica per il Nuovo Ospedale di Trento, meglio noto come NOT, e poco importa che abbiano fatto naufragare il bando precedente nominando una commissione irregolare. Arrivano le elezioni e c’è in ballo una quantità enorme di soldi pubblici a vellicare grandi appetiti. Giunti a questo punto, se NOT dev’essere che almeno si dispongano misure tali da garantire l’interesse pubblico e vigilare sulla gestione delle ingenti risorse pubbliche che il nuovo ospedale richiede. Per questo serve un’unità operativa speciale sotto l’egida dell’ANAC con compiti di alta sorveglianza e garanzia della correttezza e trasparenza delle procedure relative alla realizzazione del NOT e delle opere complementari come la viabilità esterna e gli edifici connessi, l’alternativa sarebbe la solita greppia per i soliti noti.

La proposta è semplice. Mettere in campo un’unità operativa snella, efficace, composta in buona parte da personale in posizione di comando, distacco o fuori ruolo anche proveniente dal corpo della Guardia di Finanza in modo da un lato di garantire conoscenza dei meccanismi e delle pratiche corruttive e dall’altro di contenere i costi. Un’organizzazione capace di praticare la vigilanza attiva e di identificare preventivamente i fattori critici nel contempo garantendo maggiore efficacia, efficienza e qualità degli interventi.

Con il bando per la costruzione del Nuovo Ospedale Trento oggi ci sono in ballo 300 milioni di euro. Bisogna scegliere il promotore della procedura per l’assegnazione della progettazione definitiva ed esecutiva, la costruzione definitiva degli edifici, la fornitura di attrezzature medicali e arredi nonché per la gestione di servizi non sanitari. Si tratta di procedure complesse nelle cui pieghe si possono annidare mille occasioni per un uso improprio di denaro pubblico. Fino ad ora tutto è stato bloccato dai ripetuti errori che si sono susseguiti dal 2011 ad oggi per la realizzazione del NOT e anche per l’ormai defunto Polo Sanitario Trentino. Ormai l’ipotesi di percorrere la strada del concorso di progettazione seguito da normale gara di affidamento lavoro è sfumata definitivamente. Anche alla luce di tali constatazioni è necessario tutelare una volta per tutte l’interesse pubblico adottando adeguate misure precauzionali per assicurare che la malapolitica e i soliti “ben introdotti” non mettano le fauci sui denari destinati alla costruzione dell’opera. Per far ciò è necessaria l’istituzione di un’unità dedicata alla verifica preventiva della legittimità degli atti relativi all’affidamento in finanza di progetto dei lavori, servizi e forniture e che disponga di poteri ispettivi e di accesso alle banche dati dell’autorità pare quindi un atto dovuto.

La nostra Provincia non è indenne dalla corruttela. Quando si parla di magnadora, si intende un sistema ben oliato e quasi militare di gestione delle risorse indirizzate verso gli amici e di ostracismo verso chi per onestà e dirittura morale rifiuta certe pratiche. Altrove si parla di mafia, da noi manca certo l’esercizio organizzato della violenza fisica, ma i risultati non sono molto diversi. O ti pieghi al sistema o puoi anche scordarti di lavorare. Cambiano i termini ma i prenditori sono sempre lì dietro l’angolo pronti a far passare le risorse collettive dalle casse pubbliche ai loro conti privati in paradisi off-shore. Anche l’ultima relazione della Commissione Antimafia lo ha confermato: in Trentino ci sono rischi concreti di infiltrazione della criminalità organizzata. Il M5S è consapevole della situazione e si rifiuta di chiudere gli occhi di fronte ad essa. A differenza di chi ha amministratori finora chiediamo e chiederemo sempre l’adozione di ogni strumento possibile per vigilare su come vengono spesi i soldi dei trentini.